sabato 23 agosto 2014

S. Onofrio rischia la chiusura

Gli organi di controllo rilevano una serie di carenze
VASTO POTREBBE PERDERE UNA STORICA ISTITUZIONE ASSISTENZIALE

"Carenze strutturali,organizzative e sanitarie che pregiudicano la possibilità di proseguire l'esercizio delle attività di assistenza ai circa 56 ospiti attualmente presenti". 
E' la lapidaria relazione dell'organismo della Casa di Riposo per Anziani "S. Onofrio", presieduto da Concezio Tilli e di cui fanno parte Rocco Di Marco e Sandro Spella.
E' il risultato delle operazioni di ispezioni effettuate dai Carabinieri del NAS di Pescara, dal personale
del Distretto Sanitario di Base di Vasto e dal Dipartimento Prevenzione della ASL Chieti-Lanciano-Vasto,nonché dal Comando dei Vigili del Fuoco di Chieti.
Degli anziani ospitati 3 sono autosufficienti; 37 non autosufficienti; 9 sono stati inseriti nel setting assistenziale offerta dalla struttura ricettiva ispezionata; 47 su 56 visitati sono ritenuti bisognevoli di un setting assistenziale di tipo sanitario e non socio-assistenziale,come quello per il quale è autorizzata la struttura.
G.C.

CONVENTO DI S. ONOFRIO  E L'ASSISTENZA AGLI INFERMI
Una cappella esisteva già dal 1406
Il culto di S. Onofrio ha radici antichissime nella devozione della popolazione di Vasto, rinsaldata negli
anni, grazie anche alla prestigiosa e prodigiosa vita dei monaci che hanno sempre animato l'esistenza nel convento dedicato al Santo anacoreta. 

Una chiesetta dedicata a S. Onofrio già esisteva nel 1406 quando i Frati Serafici vennero ad abitare tutt'intorno in umili capanne costruite con rami e creta. Fu nel 1587 che venne costruito il convento dei Frati Minori di S. Onofrio, che poi venne anche adibito a Infermeria della Provincia Monastica e Farmacia, con dotazione di personale per l'assistenza agli infermi. 

Nel 1596 i Frati Minori assunsero il nome di Riformati e molti di essi sono ancora ricordati per la loro santità di vita e per i miracoli compiuti. Fra i più illustri Giacomo de Patrutiis, vescovo di Larino, che preferì indossare l'umile saio francescano. Poi Giovanni da Montescaglione; Arcangelo da Bergamo i cui corpi incorrotti sono sepolti ai piedi dell'altare maggiore; Angelo da Specchio (che fu confratello di San Bernardino da Siena), di cui si racconta che fu visto sollevarsi fino alla volta della Sala di Palazzo D'Avalos, rapito dalla musica e andato in estasi, in occasione della Festa in onore di Gisetta del Balzo, consorte di Pietro de Guevara; fra' Sebastiano da Celenza, che operò la completa guarigione ad un giovinetto in punto di morte. 

Era usanza, un tempo, nel giorno del Venerdì Santo, formare una processione lungo il tragitto tra Vasto e il Convento, con grande partecipazione di popolo, attratto dalla Via Crucis meditata, con i misteri della Passione commentati dai Frati. La processione veniva preceduta dal Crocifisso, insigne opera d'arte. 

Il 17 giugno 1703, come si legge nella cronaca di Diego Maciano, "si fece una processione generale a S. Onofrio, e portarono un Crocifisso, che poco tempo l'avevano fatto, et andarono per la terra, e con molti misterii della Passione di N. Signore Gesù Cristo et ognuno diceva il suo versetto. .."

Il 12 giugno 1988 si è voluto solennizzare la festività di S. Onofrio, con larga partecipazione di gente, non solo per onorare il Santo Eremita, bensì per risvegliare, anche nell'animo dei fedeli, il fervore di devozione verso l'anacoreta, cui è intitolato il Convento chiuso nel 1862 e trasformato in Casa di Riposo per Anziani, verso i quali, da ogni parte, sono indirizzati slanci di tangibile solidarietà, a sollievo della sofferenza e dell'emarginazione, quale contributo civile verso chi trova, nella solitudine, motivo di depressione morale. 
Il quadro di S. Onofrio donato da Casanova nel 1988


Un aspetto devozionale sottolineato da ispirazione artistica è stato motivato dal pittore vastese Giuseppe Casanova con la donazione di un quadro raffigurante S. Onofrio, vegliardo ormai arso dalla vita di anacoreta nel deserto. Una autentica espressione pittorica che traduce, appieno e con suggestione, nella simbologia (la corona e lo scettro del comando che sono beni caduchi della miseria dell'uomo) cristiana, l'abbandono della vita terrena per levarsi alla gloria del cielo mediante la preghiera.
Quello che S. Onofrio attuò nel romitaggio, all'insegna della totale dedizione a Cristo.Giuseppe Catania 




 per ulteriori approfondimenti 
La vita di S. Onofrio clicca qui
http://www.santiebeati.it/dettaglio/56850

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