lunedì 22 settembre 2014

SAN MICHELE (5): LA FESTA DI UNA VOLTA CON FIERE, CORSE AL GALOPPO O DI BICICLETTE, LA LOTTERIA CON "LU CAVALLUCCE DI SAN MICHELE"

QUINTA PUNTATA
di LINO SPADACCINI
Quest'anno il programma per la festa patronale dell'Arcangelo Michele sembra aver accontentato tutti i gusti, grazie alla presenza di una buona cantante, Alexia, che si esibirà sul palco di piazza Rossetti, delle bande di Bracigliano e di Lecce e del comico di turno, sempre più in voga in questi ultimi anni, Gasparetto (alias Sergio Viglianese), che intratterrà il pubblico la sera di lunedì 29.
Domenica 28, lungo via Giulio Cesare e nelle zone limitrofe, si svolgerà la Fiera di San Michele, con la presenza di numerose bancarelle provenienti anche da fuori regione. In un certo senso una versione più moderna delle fiere organizzate agli inizi del '900, anche se avevano tutt'altro sapore e venivano affrontate con uno spirito diverso, più allegro e paesano, con allevatori di Vasto e dintorni, che approfittavano dell'occasione per esporre e vendere il proprio bestiame.
Ma possiamo affermare che tutta la festa patronale un tempo veniva vissuta con uno spirito diverso, dove
l'attrazione principale non era il cantante oppure il comico di turno, che oggi fa solo discutere sulla scelta più o meno gradita, bensì le corse al galoppo e le corse di biciclette all'Aragona, le proiezioni cinematografiche, le accademie di scherma, la cuccagna, i donativi, i globi aerostatici, le bande musicali e gl'immancabili fuochi pirotecnici, che venivano riproposti per due se non addirittura per tutti i tre i giorni di festa.
La festa si apriva il giorno della vigilia di buon mattino con lo sparo di mortaretti ed il suono delle campane a festa. Già dalle 7 del mattino (alcuni anni addirittura dalle 6), due bande giravano per le strade del centro storico, mentre dalla torre di S. Maria Maggiore veniva issato il tricolore. Sopra la cella campanaria della stessa torre, veniva posta la scritta a grandi lettere, che a sera si illuminavano: "DIO E PATRIA".
"La piana del castello, cioè la piazza Cavour (allora non esistevano né piazza Rossetti né corso Italia)", ricordava Francesco Paolo Cieri in un articolo pubblicato su Vasto Domani, "era quasi tutta cosparsa di giostre ("li cavallicce"), di baracche e baracconi, di giocolieri, di gelatai, di venditori di "lupèine", di "sciavunèlle (carrube), di "ndrèiche" (nocelle infornate infilate), di "nucell'amiricane" (arachidi), di castagne infornate, di gassose e birra ricoperte di neve dentro "a li varlotte", di bancarelle ricolme di cianfrusaglie di ogni specie e di "sunarille". I giovani dimostravano la loro bravura sulle altalene a forma di barca, al tiro a segno con fucili ad aria compressa che lanciavano proiettili "a fiucchètte". Naturalmente non poteva mancare il tendone del circo equestre che dominava questa… caotica marea".
La cassa armonica, sulla quale si esibivano rinomate bande musicali, veniva collocata in piazza L. V. Pudente, successivamente davanti la Cattedrale di S. Giuseppe, dopo che venne spostata l'antica fontana a piazza Barbacani.
Molto partecipata era la pesca di beneficenza allestita all'interno di Palazzo d'Avalos, con tanti premi messi in palio, tra cui il più ambito era il letto matrimoniale della ditta F. P. Desiati.
In molti ancora oggi ricordano il "cavalluccio di San Michele", un puledro di pochi mesi che veniva messo in palio come primo premio in una apposita lotteria.
Durante la tre giorni di festa non potevano mancare le gare sportive presso la piana dell'Aragona. Molto seguite erano le gare ciclistiche dilettantistiche, a cui partecipavano corridori forestieri e locali, tra i quali si ricordano Michelino Santarelli, Giuseppe Troilo e Michele La Palombara. Negli anni '50 le riunioni ciclistiche videro la partecipazione di importanti assi della due ruote come Maspes, Sacchi, Messina, Pinarello, Faggin, Rigoni, De Toma, Giuliani e tanti altri.
L'Aragona si affollava all'inverosimile soprattutto quando si organizzavano le corse di cavalli "a lu steccàte". I cavalli provenivano da diverse regioni, ma quelli della scuderia di Macerata erano i più forti e preparati.
Nell'immediato dopo guerra cominciarono le edizioni della Rassegna Ippica Frentana, organizzata dal Comune di Vasto, col concorso del Ministero dell’Agricoltura e Foreste, e delle Province di Chieti e Campobasso. Il montepremi totale era di 130.000 lire e le corse erano divise in tre categorie principali, a loro volta divise in sezioni per un totale di 8 corse. Erano ammessi alle corse solo gli animali allevati nelle Province di Chieti ed in quella di Campobasso. Oltre ai premi in denaro erano messi a disposizione anche premi costituiti in macchine agricole ed oggetti artistici di valore.
La festa del patrono si concludeva "a la piàne", in piazza Cavour, intorno alla mezzanotte (nel 1925 anticipato alle ore 20 "per comodità della classe agricola che abita nelle lontane campagne") con l'accensione delle artistiche macchine pirotecniche, delle più rinomate ditte, tra le quali si ricordano Saraceni di Fossacesia, Tommaso Lazzaro di Vasto, Vincenzo D'Angelo di Paglieta, Silvino Masciarelli di Canosa Sannita, Cav. Ernesto D'Addario di Carpineto Sinello, Ernesto Vaini di Guastameroli, Basilico Garibaldi di Francavilla al Mare e Cav. Lanci di Guastameroli.

Lino Spadaccini









































Nessun commento: