mercoledì 17 dicembre 2014

Perché non sono d’accordo di intitolare strade o istituzioni a persone appena morte

Succede spessissimo che appena muore un amico, le persone più vicine, nel momento di estremo dolore, si sentono in dovere di raccogliere firme per fargli intitolare una strada o una istituzione. Tutto ciò è molto ammirevole ed è la massima espressione dell’umana pietà.
Ma dal punto di vista istituzionale il discorso va fatto a mente fredda. Non per niente la legge dice che
si può procedere ad intitolare una strada a una persona.solo dieci anni dopo la morte  (Il motivo sta nel fatto che si vuole verificare se dopo 10 anni tale figura regge ancora sotto il profilo storico).
Ecco cosa dice il Ministero dell'Interno:
Nessuna strada o piazza pubblica può essere denominata a persone che non siano decedute da
almeno dieci anni.
Nessun monumento, lapide od altro ricordo permanente può essere dedicato in luogo pubblico od
aperto al pubblico, a persone che non siano decedute da almeno dieci anni.

Il mio pensiero è che tale procedura di legge va rispettata e che strade o istituzioni  vanno intitolate a figure di alto profilo che possono reggere alla storia nei secoli a venire; figure che siano punto di riferimento, esempi per la comunità.

Se le persone scomparse non hanno queste caratteristiche possono essere ricordate in mille altri modi. A loro si possono intitolare premi, rassegne, associazioni, squadre, club ecc. E’ un modo ugualmente valido per esprimere affetto e riconoscimento verso chi non c’è più. L'intitolazione di una strada è tutta un'altra storia.
Probabilmente qualcuno mi dirà che me la prendo con i morti. Anticipo la risposta: non ha capito il senso della mia osservazione. 
nda

5 commenti:

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Finalmente siamo in due.

Ciccosan ha detto...

Se per questo, siamo in tre.

giusfra ha detto...

E magari anche in quattro...
In realtà penso che più che il lasso di tempo dalla morte del personaggio, occorra chiedersi, anche dopo il prescritto decennale, se il de-cuius sia ..."figura che regge ancora sotto il profilo storico", o civico, letterario, artistico, politico...
Per dire: all'anarchico Cieri, non si è intitolata una strada, ma anche quella targa lapidea, platealmente infissa nel prato di Piazza Rossetti, qualche dubbio o domanda li pone.
Io credo. Poi, si sa, ogni Regime ha i suoi 'eroi'!

Ciccosan ha detto...

Sarebbe da ampliare questo argomento.
Per quanto mi riguarda, sono rimasto sorpreso di leggere che una scuola d'arte della nostra città, sia stata intitolata ad un politico, completamente estraneo alla nostra storia.
Nulla da ridire su quella personalità; nonostante dalla parte opposta alla mia. Ma possibile che si arrivi a questo? Una scuola d'arte ad un politico?
Fosse stato almeno nostro concittadino; magari della stessa parte politica. Chessò: Domenico Laporese.
Eppure qualche artista vastese, o di origini vastesi, pure c'era.
Non siamo nemmeno gelosi della nostra storia.

giusfra ha detto...

Vogliamo ampliare il discorso? Magari è un'altra storia, ma pure rivela la sciatteria (insieme all'arbitrio) di chi 'fa' cultura e amministrazione civica a Vasto, dove ...Giuanne 'nin sà quelle che fà Micchele, e Francische 'ni li sà che ci stà pure Giuanne e lu mistire che fà!
Pensate che a Vasto, nelle varie manifestazioni civiche, laddove la cifra artistica sia requisito necessario e qualificante, si tenga presente che c'é un Istituto Artistico, con i suoi docenti e tanti discenti, cui chiedere un progetto, un disegno, un bozzetto, un cocorso d'idee, o magari la stessa realizzazione dell'opera?
Vi pare che sia 'artistica' (aspetto funzionale a parte)la veduta delle due torrette della chiesa di San Marco? O il disegno plastico impresso sulle nuove campane delle "nuove" chiese? Ancora. Piccola cosa, ma significativa: nella nuova cappella della chiesa del Sabato Santo, visto l'insieme murario in pietra sbozzata, vi pare adeguata quella mensola da "brico" per sostenere la statua?
Poi dice l'arte ... Ma sì, mettiamola da parte! Pure questa.