domenica 14 dicembre 2014

Settanta anni fa la morte di Luigi Anelli: un grande Vastese

LUIGI ANELLI
di Lino Spadaccini

Settant'anni fa, il 14 dicembre del 1944, si spegneva Luigi Anelli, poeta, storico, giornalista e drammaturgo, molto amato ed apprezzato nella nostra città, per tutto ciò che ha fatto e per le opere che ci ha lasciato, che ancora oggi fanno scuola, soprattutto per quanti voglio accostarsi alla poesia dialettale. 

Nel giornalismo, Luigi Anelli ha mosso i suoi primi passi a 18 anni, collaborando nel giornale In vacanza (1878),  a fianco a personaggi del calibro di Edoardo Scarfoglio, Giuseppe Mezzanotte, Domenico Tinozzi e Francesco Consalvo, poi ha collaborato, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo, nell’Istonio diretto da Emilio Monacelli. Ma dove ha lasciato una traccia indelebile è sicuramente il foglietto quindicinale Il Vastese d’Oltre Oceano, stampato dal 1923 al 1933. Quasi interamente scritto da lui, questo
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giornale ancora oggi rappresenta un punto di riferimento importante per la storia della nostra città degli anni ’20 e ‘30 del secolo scorso, ma anche un ponte ideale per raggiungere gli emigranti vastesi al di là dell'Atlantico. Oltre al Vastese Anelli fu anche corrispondente di altre testate importanti quali il Corriere della Sera e il Giornale d’Italia.
Nel 1929, per l'editore Guglielmo Guzzetti, Luigi Anelli ha pubblicato l’elegante volume Histonium ed il Vasto attraverso i secoli, raccontando la storia della nostra città in una maniera semplice e immediata, arricchito da una serie straordinaria di fotografie sulle bellezze naturali, i palazzi storici, le storiche chiese e le sue raccolte artistiche; lo stesso La città del Vasto nel 1799 (1899) e Ricordi di Storia Vastese, pubblicata in tre edizioni (1885, 1897 e 1906) più due ristampe (1982 e 1996), rappresentano libri indispensabili per la conoscenza delle nostre radici.
Non dobbiamo dimenticare che Luigi Anelli è stato anche un importante editore, per la pubblicazione dei suoi libri, ma anche di altri autori provenienti da fuori Vasto, e poi come non ricordare la preziosissima collezione di cartoline, stampate per la gran parte su foto del cugino Nicola Anelli, che hanno portato le immagini della nostra città in giro per il mondo.
Attaccato alla propria terra, alle proprie radici e alla propria parlata "uaštareule", Luigi Anelli ci ha lasciato pagine preziose e indimenticabili per la conservazione del nostro dialetto: stiamo parlando soprattutto della raccolta di sonetti Fujj’ ammëšche (foglie di verdure miste). Pubblicata per i tipi Anelli & Manzitti nel 1892, la raccolta contiene alcune poesie che ormai sono diventate dei classici del vernacolo vastese, attraverso un linguaggio genuino e reale, dove ritroviamo la vera parlatura "uaštareule". Nella successiva edizione del 1940, quattro anni prima della morte, Luigi Anelli aggiunse alla raccolta diverse composizioni, ma più che poesie rappresentavano vere e proprie “macchiette”, con dialoghi tratte da scene di vita quotidiana.
Dalla prima raccolta di poesie, vi proponiamo il sonetto scritto nel 1885, che da il titolo alla raccolta:

Fujj' ammëšche

Du' fujj' ammëšche ájj' accungiat' aèsse,
circh' e ddummanne šta a 'ssa grimbitèlle:
cascëgne, panarazz' e ciucurelle,
cionne di pècher' e hallëine gresse!

Mo' ti ci truve, prùvel' e ppò 'resse'
ca ti piace; la sete, vë', šta aèlle;
assìttete, 'cá, si sso' puvurelle,
pi' lu bbon ghéure doppe ni' mmi pesse!

Vëite can in è rrobba pirlibbate;
è jerve nate senza la sumende,
senz' addacquà', senza nu Patrinnoštre.

Ma canda doppe hune l' á 'ssaggiate,
ala vâcche l' addáure ci li sende
dila mundagne e dilu mare noštre!

Oltre a  Origine di alcuni modi di dire nel dialetto vastese (1897), Proverbi vastesi (1897), e ancora il Vocabolario vastese (1901), pubblicato fino alla lettera D, un'altra pagina fondamentale della produzione dialettale è rappresentata dalle tre commedie Crešte gna váite accuscë' pruváite! (1894), A ch' attoch' attocche! (1896) e Lu zije spiccichete (1923).
"La prima commedia, d'ambiente strettamente popolare", scriveva Francesco Pisarri agli inizi degli anni '30 sulle pagine de Il Vastese d'Oltre Oceano, "riproduce le innocenti astuzie di una madre, moglie di un popolare ciabattino filosofo, per maritare una giovane figliuola bella ma ingenua e timida". Anche la seconda commedia, davvero gustosa e di gran successo, ottenne il favore del pubblico per "le situazioni create dalla vista di un'antica amante ad un povero maestro elementare sposato per denari a una vecchia bisbetica gelosa e immortale, messa su da un prete interessato, contro il quale esplode alla fine la vendetta increunta ma clamorosa del disgraziato".
Eguale successo anche per la terza commedia Lu zije spiccichete, tradotta anche in siciliano da Giovanni Grasso junior e recitato per molte sere al Teatro Sannazzaro di Napoli. In occasione della rappresentazione di quest'ultima commedia negli Stati Uniti, data dai filodrammatici del Circolo "Vasto" di New York, l'emigrante Nicola Ciotti compose una gustosa poesia, di cui riportiamo alcuni passi:

Si fin' a Novajorche mo è rruvéte
La cummedie: "Lu zije spiccichéte!",
J prime salutà vujje l'autore
Chi la cumboste 'stu capilavore;
Doppe a vvu' che l' avet' aricitate,
E tant'applause avete miritate.
Appena lu stupette s'è rraperte
Donna Leonore à fatte la scuperte,
Ca pi' frate tinè nu sbruvugnate…
E sta parte Martelle l'ha pittate,
Ni' vi diche nijende di Palmucce
Chi n'ha fatte chiù esse che Catucce,
Sempre pronte a fa mbrujje e ma confuse…

Grazie alle sue qualità di storico e archeologo, sempre attento alle cose patrie, nel 1899 fu nominato direttore del Museo Comunale, carica che mantenne fin quasi alla morte. Il merito di Luigi Anelli fu quello di riordinare tutto il Museo arricchendolo con marmi e cimeli rinvenuti dalla sua passione ricercatrice nella necropoli di Histonium, di varie raccolte artistiche, fra cui, non meno importante, quella di numismatica, da lui catalogata e donata.
Nel 1907, venne nominato Ispettore Onorario dei Monumenti e Scavi, carica che mantenne fino al 1923, dopo essersi dimesso per protestare contro  le ulteriori deturpazioni compiute sul Castello Caldoresco dal suo padrone Filoteo Palmieri, che aveva fatto costruire nel cortile un enorme fabbricato senza gli idonei permessi.
Per i meriti conseguiti, per la stima e il profondo affetto verso il poeta e storico vastese, il 28 agosto 1971 i suoi concittadini gli eressero un busto in bronzo nella Villa Comunale, purtroppo trafugato qualche anno fa da ignoti. In realtà il busto era stato già trafugato con un'azione definita dai giornali dell'epoca "goliardica", nel novembre del 1971, pochi mesi dopo l'inaugurazione. Sul biglietto lasciato sul posto, da parte del "Sacer ordo tosatorum" (cioè il sacro ordine dei tosatori) di Chieti, era indicato il prezzo del riscatto per la restituzione del busto, ovvero una sigaretta.
Chiudiamo con una bella poesia a lui dedicata, purtroppo priva di firma, conservata dattiloscritta presso l'Archivio Storico "G.Rossetti", scritta in occasione del primo anniversario della scomparsa del poeta e storico vastese.

Luigi Anelli

Che i giorni della vita tenace
Raccolse a contendere ai secoli
Le vestigia e le memorie
Della sua terra
A che fosse ai Vastesi
Speranza dell’avvenire
La nobiltà del passato
E al culto della terra natia
Chiamò di la dagli oceani
Memori i cuori e le azioni
E di Vasto amoroso Studiò
Storia lingua costume
L’amara quotidiana saggezza
Consolando nel pensoso sorriso
E la vita d’ogni giorno ricreando
Nella verità universale
Della Poesia
Il popolo di Vasto
Evoca onora addita
Al visitatore
Che qui porti amore della Città
Cui egli consacrò
Pugnace l’ingegno fervido il cuore devota la vita.

Nel primo anniversario della morte

XIV Dicembre MCMXLV


















































































































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