domenica 25 gennaio 2015

20° della morte: OMAGGIO A EZIO PEPE ambasciatore della vastesità (60 FOTO)



Personaggio unico del suo genere, Ezio Pepe fu animatore culturale per oltre mezzo secolo. Dirigente di squadre di calcio, popolare conduttore di "RadioVasto", organizzatore di scambi con i Vastesi all'estero e della Festa del Ritorno, cooperatore salesiano, ideatore del Premio di Poesia dei Salesiani, animatore di tante altre iniziative, tra cui quelle di Carnevale come il Ballo Muto e "la Storie". Un doveroso omaggio verso la sua figura, con un sentito ringraziamento della città per quanto egli ha fatto per tener viva la vastesità. 

di Lino Spadaccini

Vent'anni fa, il 25 gennaio 1995, ci lasciava Ezio Pepe, conosciuto anche come Zì Culucce, poeta e cultore della tradizione dialettale e ambasciatore della vastesità nel mondo.
I più giovani ricordano Ezio Pepe nel suo negozio di rivendita di Elettrodomestici Rex e bombole del gas lungo corso Mazzini, ma in realtà il suo primo mestiere è stato quello di muratore, lo stesso del padre
60 foto d'epoca>>>

Ignazio, il quale, tuttavia, preferì mandarlo a farsi le ossa con uno zio, mastro Nicola Pepe.
Ancora oggi è vivo il ricordo di Nicola D'Annunzio, amico d'infanzia di Ezio Pepe, emigrato nel 1951 nel West Australia. «Ezio ed io eravamo della stessa età ricorda l'amico fraterno A scuola frequentavamo la stessa classe, eravamo praticamente inseparabili: io gli raccontavo i miei sogni e lui i suoi. Addirittura volle che io fossi con lui durante la lettura del testamento della madre, morta molto giovane. Quando formai l'Azione Cattolica nella chiesetta di S. Lucia, ero presidente e detti l'incarico a lui di vice presidente, mentre a Nicola Fiore quello di segretario. Nella sagrestia della chiesa, giocavamo a calcio balilla e facevamo allenamenti di boxe, mentre sopra tavole arrangiate giocavamo a ping pong. Facevamo di tutto insomma! Fino a quando il 4 maggio del 1949 accadde la sciagura di Superga. La sera stessa chiamai lui per primo e poi Nicola Fiore e decisi di chiamare il nome della nostra squadra di calcio "Bacigalupo", in onore del grande portiere del Torino Valerio Bacigalupo. Io all'età di 8 anni ogni lunedì compravo il Corriere dello Sport, e sono diventato tifoso del Torino proprio per Bacigalupo. Lui era magico e il suo motto era "Il pallone è mio nemico, la porta è la mia casa e io non permetto che il nemico entri in casa mia". Valerio Bacigalupo aveva solo 5 anni più di me».
I soci fondatori della Bacigalupo, furono oltre a Nicola D'Annunzio (primo presidente) ed Ezio Pepe e Nicola Fiore, anche Don Filippo Lucarelli, Antonio Peluzzo, Francesco La Verghetta, Giuseppe e Giovanni Salvatorelli, Cenzino Sabbatini, Vittorio Marrocco, Antonio Menna e Santino Reale. Furono anni difficili, soprattutto a causa della mancanza di fondi. Nicola D'annunzio ricorda che fu addirittura costretto a vendere gassose ai passanti, per poter comprare con il ricavato undici magliette bianche, che fece tingere di granata per i giocatori e di nero per il portiere.
«Lasciai l'Italia nel 1951 ricorda ancora Nicola D'Annunzio e rividi Ezio nel 1972 e poi ancora a Perth in occasione del Gemellaggio. Ricordo l'episodio come fosse avvenuto oggi: ci abbracciammo e piangemmo entrambi, poi mi disse che voleva conoscere i miei figli e quando li vide, disse loro "Io sono qui per lui!". Non posso ripetere le parole che ha pronunciato, perché sono troppo di elogio, ma i miei figli quelle parole non le hanno mai dimenticate».
Ezio Pepe era un grande appassionato di calcio. Un amore nato sin da ragazzo, quando cominciò a tirare i primi calci al pallone, così per gioco, proseguito successivamente in alcune esperienze dilettantistiche, anche sotto il militare e persino in Francia, quando dopo essere emigrato per lavoro, agli inizi degli anni '50, mise in campo la sua passione radunando giovani emigranti per giocare a lu futtebballe.
Tornato definitivamente in Italia verso la fine degli anni '50 (dopo che era già tornato per un breve periodo, nel febbraio del 1957, in occasione del matrimonio celebrato a Loreto con Pina Marchesani),  rimase in contatto con il calcio come dirigente prima nella Bacigalupo e successivamente nella Pro Vasto. Ezio Pepe ha sempre fatto della sua passione per il calcio un momento di aggregazione per i ragazzi e proprio per questo, alla sua memoria, è stato intitolato il campo di calcio dei Salesiani, ed un torneo di calcio per ragazzi delle scuole medie, vicino al traguardo delle venti edizioni.
Per tanti anni Ezio Pepe è entrato nelle case dei vastesi, tramite l’emittente radiofonica Radio Vasto, la prima radio libera vastese, conduttore di una rubrica giornaliera, che sapeva portare l’allegria tra la gente con la sua voce roca e inconfondibile. «Chi lo ha conosciuto – ricorda il poeta vastese Fernando D'Annunzio – sa che la sua intraprendenza e il suo slancio erano contagiosi, mai si tirava indietro, era, come si dice: "nu trave di féuche". A tantissime cose si dedicava. Chi non ricorda la simpatia e l'allegria che sapeva trasmettere attraverso le trasmissioni da lui curate sulle radio locali?».
Don Salvatore Pepe nella prefazione della raccolta di poesie Canti del Cuore, pubblicata da Ezio Pepe nel 1983, così scriveva: «Centinaia di ascoltatori aspettano e seguono quella voce nervosamente gutturale, rauca, quasi cavernosa, che riesce a far cantare, sorridere, piangere, risospirare o godere di valori affettivi, solo affettivi, che non possono morire senza inaridire l’uomo». Mentre il poeta Alfredo Borzacchini così lo ricordava: "Vicine a nu' microfene, tremanne, / racconte 'na storielle 'nghe passione; / tra fatte, puesije e 'na canzone, / porte 'n'ore di svaghe e di speranze, / Cerche lu pescatore e la paranze, / và pe' le vije e passe tra la gente; và da lu ricche e chi nen tè niente, / e leve a tutte la malincunije…".
Ezio Pepe, per il suo carattere gioviale e per la simpatia che sapeva trasmettere, era apprezzato e stimato da tutti. Tanti amici poeti gli hanno dedicato poesie, come ad esempio il vastese Nicola Del Casale, il quale nei versi "Che mmuttelle te’ lu Vuaste!", gioca sulla caratteristica voce arrachite di Zì Culucce:
"S'è mmesse nu muttelle nove nove / che parle de lu Vuaste a Pportanove, / che ccande vuastarule li canzune / p'aricurdà 'sta terre a vicchie e ggiuvene. / Mezz'arrachite 'nganne, a 'sta radiucce / la voce ci li mette Zì' Culucce / cand'è li nov'e mezze ogne matine / p'ardicrijè lu Vuaste e la Marine. / Che mmuttelle te' lu Vuaste / lu cchiù bbelle de la coste! / Ma sta'ttende, Zì' Culucce, / che 'nt’aèsce lu vulucce: / a’ssa voce arrucunite / dajje sempre 'na schiarite".
Cooperatore Salesiano e componente del Consiglio Generale, Ezio Pepe era una fucina molto attiva di idee e iniziative, portate avanti sempre con il massimo impegno. «Nell'abito Salesiano – ricorda ancora Fernando D'Annunzio – Ezio era irrefrenabile ideatore, organizzatore e animatore di tutte le iniziative che riguardavano il quartiere, l’oratorio e la parrocchia... Solo alle cerimonie religiose lasciava che ci pensassero i sacerdoti, ma anche lì, una mano, quando c’era bisogno, la dava sempre... Coordinava tante iniziative a livello sportivo, ricreativo e culturale, e tutto con dedizione e competenza. Ezio sapeva anche chiedere, e tutte le volte che mi ha contattato mi sono trovato piacevolmente a collaborare con lui: quando ci si vestiva da Babbo Natale per distribuire doni alle famiglie bisognose, quando si organizzava la “castagnata del due novembre” quando si organizzava qualche pesca di beneficenza o si allestiva qualche banchetto per la vendita e la mostra dei lavori a cura del "Laboratorio Mamma Margherita", ed  altro ancora. Con l’arrivo dei Salesiani a Vasto, Ezio è stato tra i primi ad offrire collaborazione; ha presto aderito alla "Associazione Salesiani Cooperatori" e ne andava orgoglioso. Ezio organizzava di tutto, Ezio ha ideato e organizzava le "Gite di quartiere", Ezio ha ideato e per tanti anni organizzato la "Rassegna di Poesia Dialettale Abruzzese" e il Concorso di Poesia in Lingua».
Nato nel 1980 per iniziativa proprio di Ezio Pepe, in collaborazione con l'Opera Salesiana,  la Rassegna di Poesia Dialettale, a cui si a cui si è aggiunto tre anni più tardi il Concorso di Poesia in Lingua, può vantare ben ventinove edizioni, l'ultima delle quali organizzata nel 2008. Dopo la morte dell'ideatore, nel 1995, la Rassegna è stata portata avanti dalla famiglia Pepe, in particolare dalla figlia Ida e dal marito Lucio Ritucci, proseguendo anno dopo anno, ininterrottamente, con la finalità di creare un luogo d'incontro e scambio culturale, per tramandare i valori della tradizione abruzzese ed incrementare e incentivare sempre più spazi di genuina creatività.
«Nell’ambito del premio di poesia – sottolinea Fernando D'Annunzio – mi sono ritrovato spesso con il caro Ezio, e in seguito, dopo la sua dipartita sono stato coinvolto anche come membro di giuria. Confesso che, anche se ho cominciato a scrivere poesie già da ragazzo, mi so avvicinato alla poesia dialettale grazie alla "Rassegna" organizzata nell’ambito salesiano ad iniziare dalla fine degli anni ’70, cominciandolo a frequentarlo da semplice spettatore o da cantore con il Coro Polifonico Histonium, che intervenne in più occasioni per animare la manifestazione. Mi piace ricordare anche quando spessissimo si scherzava, qualche volta ho scherzato con il suo cognome: fu proprio durante una manifestazione di premiazione della Rassegna di Poesia Dialettale che, ad un certo punto gli dissi sottovoce "Ezio scappe ‘ca mo ve’ Cungette!". Si stava dirigendo verso di lui la poetessa lancianese che di nome fa Concetta e di cognome... Tritapepe. Con "Pepe" mi sono permesso di scherzare anche quando ho pubblicato la mia raccolta di poesie "Nghi ttutte lu core", nei ringraziamenti ho citato due persone con questo cognome: l’indimenticabile Don Salvatore e lo stesso Ezio, dicendo, ed è verissimo, che entrambi in qualche modo, hanno "condito" la mia passione per la Poesia».
Ezio Pepe aveva un legame speciale con i nostri connazionali all'estero, forse perché lui stesso era stato emigrante in Francia per un decennio, negli anni '50 per motivi di lavoro, e sapeva molto bene cosa vuol dire stare lontano dagli affetti dei propri cari e dalla terra dove si è nati e cresciuti, il cui ricordo rimane chiuso nel proprio cuore, accompagnato dalla speranza di poter tornare un giorno non troppo lontano.
A ragione può essere definito ambasciatore della vastesità nel mondo, per quello che ha saputo trasmettere ai nostri concittadini all'estero. Ma non bisogna dimenticare anche che Ezio Pepe ha dato voce agli emigranti: in molte immagini è stato immortalato con il registratore in mano, suo fedele compagno, che utilizzava per registrare le voci, le testimonianze, i saluti  inviati ai parenti lontani, e che faceva riascoltare durante le trasmissioni in onda su Radio Vasto.
L'emigrazione è stata una fonte d'ispirazione inesauribile per Ezio Pepe, ed oggi vogliamo ricordarlo con una sua poesia molto intensa dove descrive la "La vite dell’emigrande"

Parte ‘nghi mille spiranz’ a lu core
lasse tutte, la case e la famije;
e va’ lundane ‘ngerche di fatije
pe’ nu dumane forse… cchiù mijore.

Li primi jurne sonne li cchiù ddure,
lu pinzire vole tandi lundane,
li fa cchiù triste canda si fa sere,
picché si sende sol’ e sfiduciate.

Sonne la notte la casarella sé,
lu fuculare ‘nghi la vicchiarelle,
l’abbraccie di la moje e li fije,
jarivideme preste si vo’ Ddije.

So’ passate tand’anne nir’ e triste
si sende mo’ nu ccone cchiù tranquille,
la casarelle si l’ha custruite,
a prezzi care di la ggiuvindù.

Queste jè la vite dell’emigrande!
Jè fatte di rinunce e sacrifice
pi’ guadagnà lu pane di la vite.

Se pochi mesi fa è stato ricordato il 25° del gemellaggio con la città di Perth, avvenuto nel dicembre del 1989, molto lo si deve anche a quel "Ponte dell'amicizia", svolto tra la fine del 1982 e l'inizio dell'anno successivo, per quello che può essere definito una prova del gemellaggio. Una delegazione guidata dal comm. Silvio Petroro si recò a Perth, dove fu accolta con grandi onori dai vastesi emigrati tanti anni prima. «Assieme a Silvio Petroro – si leggeva nell'articolo apparso sul periodico Vasto Domani nel dicembre 1982, prima della loro partenza  – giungerà a Perth, Ezio Pepe, il popolare presentatore che attraverso Radio-Vasto ogni giorno diffonde suggestivi motivi delle antiche storie vastesi, permeati di canti, di nenie, di scene caratteristiche, nell'intento di tener vivo il senso della tradizione con un'opera di comunicazioni sociali e alternando questa attività anche con sue poesie dialettali». A completare la delegazione c'erano Peppino D'Annunzio, che emigrò nell'Australia nel 1853, quando aveva soli tredici anni, ed altri concittadini.
L'accoglienza fu davvero calorosa, con circa cinquecento persone presenti all'arrivo degli ospiti. La cerimonia ufficiale del "Ponte dell'amicizia" si svolse il 14 gennaio nella sala del W. A. Italian Club, alla presenza del sindaco di Perth e di numerose personalità politiche di rilievo, oltre ai tanti soci dei club vastesi e abruzzesi.
Ezio Pepe è sempre stato in prima fila in tutte le manifestazioni sugli emigranti ed è stato per tanti anni brillante animatore della "Festa del Ritorno", sin dalla prima edizione, quella del 1976, organizzata all'interno del cortile di Palazzo d'Avalos, insieme al comm. Silvio Petroro ed al giornalista Angelo Cianci, direttore del periodico Vasto Domani
Amante delle belle tradizioni vastesi, Ezio Pepe ha raccolto il testimone di Mastro Gino Pracilio nell'antica tradizione carnascialesca de "Lu Bballe mîte" (Il Ballo muto), riproposto anno dopo anno con il coinvolgimento dei giovani della parrocchia dei Salesiani, fino al 1994. Inoltre, lo ricordiamo anche per aver coordinato il Gruppo Popolare SAVAS (acronimo di "Società Autonoma Vagabondi A Spasso), che per tanti anni ha portato in giro per la città "La Štorie", scritta con arguzia da Nicola Giangrande. Lo stesso Ezio Pepe è stato autore di almeno una "Štorie", come testimoniato dal testo scritto per il Carnevale del 1987.
Di Ezio Pepe bisogna ricordare anche la lunga collaborazione con "Vasto Notizie", il mensile diretto da Nicola D’Adamo, sin dalla primo numero nell’aprile 1988, quando Zì Culucce ha messo in rima i soprannomi dei vastesi: "Uaste me, belle pajaise care, sbilanne jè treuve / cende ricurve de nu tempe passate, / pe ‘ssoprannume jè canusciavame. Sbilanne aritreuve sti soprannome!... Ppicciafuche ch’appicceve lu feluche, / Panepane che cuceve lu pane, / Pizzacalle ‘nghe Ppallalupete e Ppiscialulette. / Pannillaune Papaline e Ppalijotte / Nu bbelle trie di nome e di fatte! / Fore a la Porte la Purtilane, / Pupulalle e la Pallotte. / Bille ricurve de tempe passate…". Promettendo n’addra ‘nfurnate di soprannomi, Zì Culucce, mese dopo mese ha continuato ha verseggiare riproponendo i tanti e ormai quasi dimenticati soprannomi dei vastesi: Cocciacicche, Rumanille, ChiccePallatte, Bbrusciapajjere, Cazzetajjate, Ccellescacazze, Cacaccialle, e ancora Sbarraune, Municarille, Cacabbuscè, Paneffraffe, Cillacchie, Scavuzzille, Jlate, Squaccianguelle, Monice, Ciucciabballe, Scallalette Cocciabbianghe, Trizzicarelle e ancora tanti altri.
Uno degli ultimi viaggi compiuti da Ezio Pepe, accompagnato dalla moglie, la signora Pina, è stato quello compiuto in Nigeria dal 28 aprile al 16 giugno 1992. L'occasione è stata la visita alla cittadina di Onitsha dove i Salesiani dell'Ispettoria Salesiana Adriatica, attraverso i sacerdoti Don Vittorio Albasini, già parroco a Vasto, e Don Nicola Ciarrapica, con tanto impegno sociale e religioso, e l'aiuto di molti amici, hanno costruito il Centro Missionario su un terreno di circa cinquanta ettari. Fiore all'occhiello del Centro, la scuola di Formazione Professionale, dove i giovani del luogo sono stati avviati ai mestieri di elettricista impiantista, saldatore e meccanico generico. «Cinquanta giorni passati in uno stato formidabile – ricordava lo stesso Ezio Pepe al suo rientro sulle colonne del periodico Vasto NotizieEravamo partiti con tanti bei propositi di dare a quelle popolazioni tutto noi stessi, tutto il nostro tempo, tutto quello che avevamo. Ben presto ci siamo accorti che quello che stavamo dando loro era ben poca cosa a paragone di quello che loro davano a noi. I nostri cuori erano costantemente colmi di gioia indescrivibile. Ci siamo arricchiti di una spiritualità sconvolgente, perché in mezzo a quelle popolazioni ci si sente veramente vicini a Dio».
Anche in terra d'Africa Ezio Pepe ha portato la sua passione per il calcio, spianando due aree da gioco. «Per loro sono due stadi olimpici – ricordava al periodico diretto da Nicola D'Adamo – dove possono giocare al pallone, naturalmente a piedi nudi». Ma la propria esperienza e quella della signora Pina, è stata messa a frutto anche in tanti altri piccoli lavori per cercare di migliorare la situazione degli amici Nigeriani.
Chiudiamo questo lungo ricordo con una bella poesia dell'amico Fernando D'Annunzio, scritta dopo aver appresa la notizia della morte del compianto Ezio Pepe il 25 gennaio 1995:
                            
MAŠTRE  ÈZIE  (‘ccuscè li chiamaväme)

Forse àsse nemmanghe li sapàve
di rèsse, oltre che mâštre, prufussére...
Li cose che diciàve e che faciàve
‘scìve direttamènde da lu cuére.

Li lizzjîne li däve ogne mumènde,
li däve nghi l’esèmpie a la paréle,
e m’à ‘nzignäte ca chi é cundènde
é bbon’ accètte ‘n tèrre e pure ‘n ciéle.

Coma vuléss’ avà’ ‘na mijicàlle
di quélle che tinàve di spiciäle,
e di spiciäle ni tiné’ naqualle...
Ci ni štattasse èddre tal’ e quäle!

Chille ch’à canuscìute à cunquištäte
nghi la semplicità di lu puhéte...
e chilu cuére che mo s’é ffirmäte,
pi’ lu bbène dill’èddre, l’à spruscéte.

Un amico che non lo scorderà
Fernando D’Annunzio

Traduzione dal dialetto uaštaréule:
MASTRO EZIO (così lo chiamavamo)
Forse lui neppure lo sapeva / di essere, oltre che maestro, professore. /
Tutto ciò che diceva e che faceva / uscivano direttamente dal suo cuore.
   Le lezioni le dava in ogni momento, / le dava con l’esempio e le parole, /
e mi ha insegnato che chi è contento / è benaccetto in terra ed anche in cielo.
   Come mi piacerebbe avere giusto un poco / di ciò che lui aveva di speciale, /
e di speciale ne aveva tantissimo.... / Ce ne fossero altri uguali a lui!
   Ha conquistato tutti quelli che ha conosciuto, / con la semplicità del poeta /
e quel cuore che ora si é fermato, / per il bene degli altri, lo ha spremuto.

Permettetemi di rivolgere un sentito abbraccio, ed un doveroso ringraziamento per le tante foto che ci hanno messo a disposizione per la pubblicazione, alla signora Pina Pepe, alla figlia Ida ed al marito Lucio Ritucci, ed ai nipoti Irene e Giuseppe.
Un ringraziamento anche a tutti gli amici che attraverso testimonianze o immagini hanno contribuito alla realizzazione di questo doveroso ricordo del mai dimenticato Zì Culucce.

Lino Spadaccini

60 foto d'epoca raccolte da vari archivi































altre 50 foto d'epoca


















































































































































































































4 commenti:

profmugoni ha detto...

Lasciare un commento ??
C'è materia per fare un poema, in versi o in prosa, che ruoti intorno al suo Protagonista, Ezio Pepe, vastese inossidabile, che ha reso la Città nostra più grande e più bella !
E oggi, forse più di ieri, si eleva superba e luminosa la sua figura, circondati come siamo da comparse tristi e minuscole: questa merce umana oggi offre la nostra Città, e ciò ci avvilisce.
Fine del commento e punto.
prof.Mugoni

profmugoni ha detto...


I rallegramenti più sinceri al giornalista Spadaccini e al direttore D'Adamo per il corposo servizio qui presentato, esaustivo per l'apparato iconografico e per i testi molto articolati. Grazie della Ricerca. Ma il "Personaggio" riscoperto lo meritava, dopo anni di silenzio o quasi. W Vasto e i "Figli" migliori !!!

giusepperitucci ha detto...

Caro Prof. Mugoni grazie da parte di tutta la famiglia per queste belle parole!
giuseppe

NICOLA D'ADAMO ha detto...

Noi giornalisti a furia di parlare sempre del "male" (che fa notizia) ci dimentichiamo del "bene".
Ezio fu un personaggio a totale disposizione della comunità, senza mai chiedere nulla in cambio. Ha organizzato migliaia di cose nella sua vita! Diamogli il giusto riconoscimento. Di persone del genere ..."s'è perse la sumende"!!!! (si è perso il seme).