giovedì 25 ottobre 2018

Nel medioevo esistevano Vasto Gisone e Vasto D'Aymone: furono riunite nel 1385

La torre campanaria di S. Maria Maggiore fu edificata
sul bastione del castello di Gisone, di cui si notano i contrafforti
 Avevano amministrazione separata e una loro chiesa (rispettivamente S. Maria e S. Pietro)

di GIUSEPPE CATANIA
 Dopo la caduta dell'impero romano, il Municipio di Histonium, perduto ogni splendore, a causa delle devastazione che si abbatterono nella regione frentana, fu completamente abbandonato e restò deserto. Infatti, nel 942, il nucleo urbano cominciò ad essere più noto come terra del Guasto Aymone. La denominazione "Guasto" è riferita al territorio dell'attuale Vasto, assegnato a Aymone di Dordona che
comandava l'esercito di Pipino inviato da Carlo Magno a soffocare la rivolta di Grimoaldo, Duca di Benevento. Le truppe di passaggio nel territorio vastese, distrussero le città di Histonium. Infatti, nel 942, il nucleo urbano distrutto, cominciò ad essere più noto come terra del "Guasto d'Aymone" dove, peraltro venne costruita una fortezza e si chiamò anche "Castello del Guasto".
 Nel 1047 l'Imperatore Errico III lo assegnò sotto il possesso dell'Abbazia di San Giovanni in Venere. Successivamente vennero costruite altre abitazioni verso la contrada di Santa Maria Maggiore, che diedero origine ad un agglomerato che prese la denominazione di Guasto Gisone, con amministrazione autonoma da Guasto d'Aymone.
Testimonianza della sua esistenza si ha, come potè accertare l'archiviario regio Sigismondo Sicola, il quale, nel 1688, effettuò una indagine presso l'archivio della Zecca.
Nell'elenco relativo a Carlo I,tra le terre assegnate a Bertrando del Balzo, nel 1269, figura GUASTUM GISONIS PRO UNCIA V (Reg.Carol.I,Jl.36)

Che poi Guasto Gisone confinasse con Guasto d'Aymone, è confermato in un registro di Carlo II (Reg.Carol II an. 1289,fl.86) in cui è detto: "Legitur quaedam donatio facta per D.regem Henricum de Guasto Aymonis nonnullorum bonorum sitorum in dicta terra Wasti Aymonis cum finibus...v.c una part ,vallonus de Liportilli, qui dividit territorium ipsum est etiam territorium Guasti Gisonis, et vadit usque ad vallonem de malo tempo..."
I due Guasto sono anche registrati nel cedolario delle terre che sono comprese nelle province di Abruzzo, nel foglio 126 Guastum Aymonis e nel foglio 126 Guastum Gisonis (Reget 1335, litt.A). 
Avendo i due Guasto -Aymone e Gisone- amministrazione separata, è da supporre che entrambi avessero anche una loro chiesa. Una riprova di tale esistenza si riscontra nelle controversie che distinsero le parrocchie,quella di San Pietro che apparteneva a Guasto d'Aymone, e quelle di Santa Maria che apparteneva a Guasto Gisone, e che la gente di Guasto d'Aymone era distinta con "vulgo di giù," e la gente di Guasto Gisone con "vulgo di su". Inoltre la chiesa di Santa Maria Maggiore accampava privilegi superiori a quelli di San Pietro, perchè risultava più prossima alla residenza del Barone che era anche parrocchiano, e per la sede degli arcivescovi di Chieti che,durante le loro visite vi prendevano dimora.
In un diploma, trasferito in pergamena il 12 novembre 1467 dal notaio Cola Di Genno Antonio (custodito nella chiesa di San Pietro) si ha notizia dell'unione dei due Guasto, avvenuta già il 9 gennaio 1385 di cui riportiamo il contenuto. 
"Buzio di Alvappario, regio cancelliere, protonotaio, e sindaco della terra del Guasto di Aymone, supplicò in nome suo,e della sua comunità,Carlo III di Durazzo,affinchè il prossimo Guasto Gisone si fosse incorporato al Guasto di Aymone,ed unì alla supplica l'offerta di 600 fiorini d'oro. Il re condiscese alla domanda,e ne spedì diploma per mano di Gentile de Merolinis di Solmona. In esso si rammentò prima la fedeltà degli uomini della terra del Guasto di Aymone,e poi le inquetitudini, i pesi ed i contrasti,che avevan sofferti contro i suoi nemici per esaltazione del suo real nome. Dichiarò che il Guasto Gisone, cogli uomini ,vassalli, terre culte ed inculte e rimanesse per sempre unite al Guasto di Aymone, facesse con esso, un sol corpo,e si reputasse del demanio di questa terra, ma però, che la comunità  e gli uomini della terra del Guasto di Aymone, tamquem principale membrum,et caput, fossero tenuti in ciascun anno a pagare alla sua curia le generali sovvenzioni, collette, ed altri fiscali imposte, che gli uomini del Castello di Guasto Gisone fossero tenuti di soddisfare colla quantità del fiscale servizio, che, per detto castello, si corrispondeva. Comandò che agli uomini di Castel Gisone non si negasse di abitare nellla terra del Guasto di Aymone,e proibì che, cotal unione si potesse in alcun tempo sciogliere,e rivocare. Diè degli ordini a' giustizieri, che osservassero tale privilegio,e finalmente lo unì col suo suggello.

GIUSEPPE CATANIA

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