venerdì 23 gennaio 2015

Vittoria Colonna, poetessa e nobildonna del ‘500, ...di sesso maschile

Un'eccezionale scoperta dopo l'autopsia di alcune salme trovate a Napoli negli anni ’80 - ’90. Tutti i dettagli nel libro “Vittoria Colonna e il suo Mistero”, disponibile anche on line. http://www.larassegnadischia.it/vcolonna/vcmistero.pdf. 
Ma Giuseppe Catania pubblicò in quegli anni su VastoNotizie l’articolo che segue, che riproponiamo ai nostri lettori, in cui riferiva delle indagini in corso.

di GIUSEPPE CATANIA

Vittoria Colonna, poetessa del Cinquecento, sposa di Ferrante d'Avalos, marchese di Pescara, ha soggiornato anche a Vasto. Perché Michelangelo la chiamava “Un uomo in una donna", "Victor-Vittoria" e "amico mio"? e Pietro l'Aretino lanciava avvelenate frecciate contro di lei? 
Le risposte in questa ampia e dettagliata ricostruzione storica.

Un fitto e strabiliante mistero avvolge l'identità della poetessa Vittoria Colonna. Una équipe di storici,
archeologi e medici lavorano per risolvere uno fra i più controversi interrogativi del secolo: l'arca, che contiene i resti dell'amica di Michelangelo, ritrovata nella Sacrestia della chiesa di San Domenico Maggiore in Napoli. La chiesa nella cui sacrestia sono custoditi i resti mortali dei re di Napoli, tra il 400 e il 500, cela uno fra i più strabilianti segreti della storia.

Da molti anni, infatti, archeologi, storici e medici stanno compiendo una serie di accurate e delicate indagini sulle "mummie" conservate in San Domenico Maggiore, circa 44.

Su di una gli studiosi si sono trovati di fronte ad un dubbio che attende ora di essere svelato. È l'arca che contiene la salma di Vittoria Colonna. Tale circostanza potrebbe pure passare in secondo piano, proprio perché utile a convalidare il fatto che si tratti effettivamente di Vittoria Colonna, sposa a Francesco Ferrante D'Avalos. Per la parte medica le indagini sono affidate agli studiosi dell'Istituto di Anatomia e Istologia Patologica dell'Università di Pisa, sotto la direzione dei Prof. Gino Fornaciari.

Per altro verso il Soprintendente Antonio Spinosa, oltre a scrivere un libro ha disposto la istituzione di un Museo dei Vestiti delle "mummie" della chiesa di San Domenico Maggiore, che sarebbe unico al mondo.

L'indagine finora condotta dagli esperti evidenzia una serie di spoliazioni delle arche che contengono le salme dei nobili; spesso il contenuto delle bare non corrisponde alle generalità scritte nelle targhette di metallo dei sarcofagi. Dentro una bara, senza nome, una donna completamente vestita, dalle lunghe mani affusolate, unite in grembo. Si pone subito l'interrogativo: di chi è il corpo mummificato? Di Vittoria Colonna? I periti medici incaricati dell'autopsia restano alquanto sconcertati di fronte ad un inatteso risultato: la "donna" è di sesso maschile! Voci, sospetti, congetture, illazioni, insinuazioni cominciano a serpeggiare e prendere consistenza in diverse ipotesi su Vittoria Colonna. Perché, insorgono in molti, Michelangelo soleva chiamare Vittoria Colonna “un uomo in una donna, anzi un dio”? Un "suo amico"?. Su "Victor-Vittoria" si è instaurata una polemica basata su ipotesi ricollegate alla passione omosessuale del celebre Michelangelo, anche se molti sono in attesa di obiettivi riscontri. Frattanto, l'equipe dei periti medici sta "lavorando" sulla testa della misteriosa salma rinvenuta nel- l'arca senza nome custodita in San Domenico Maggiore di Napoli, per un fatto più che singolare. Sebastiano del Piombo eseguì un ritratto di Vittoria Colonna in cui è evidenziato il volto ovale e l'ampia fronte della "poetessa". Proprio dall'esame di questa opera di pittura gli studiosi restano, per così dire, di stucco: il copricapo e la mantella dipinti da Sebastiano del Piombo sono perfettamente uguali alle stoffe che "vestono" i resti mortali contenuti nell'arca ed attribuiti a Vittoria Colonna. Forse che Pietro Aretino, dunque, conosceva il "segreto"di Vittoria per dedicarle (anche dopo la morte del marito) feroci "pasquinate" e insulti cocenti? La prima quartina di un sonetto dell'Aretino, infatti, recita: Cristo, la tua discepola Pescara che favella con teco faccia a faccia e ti distende le chietine braccia ove non so che frate si riposa.

Notorio è il fatto che Vittoria Colonna si adoperò in tutti i modi per placare l'insaziabile gazzettiere, ponendo mano al forziere, per evitare anche le velenose frecciate che il "flagello dei principi", che si vantava di avere sbranato "i nomi dei grandi con le sanne della verità", era solito indirizzare al di lei nipote, allevato con "materna" tenerezza, Ferdinando D'Avalos, deriso per la "mania dei profumi" e per i l'irrefrenabile ambizione spagnoleggiante. Il Marchese del Vasto da Nembrotto che aveva posto monte sopra monte nell'ultima battaglia di Piemonte con riverenza se la fece sotto...

Victor-Vittoria, quindi, un binomio di ambigua valenza? Gli scienziati e gli studiosi sono occupati ancora a risolvere il mistero che l'avvolge. Un segreto della storia e della cultura, per dare una definitiva risposta a quello che è diventato un "caso" strabiliante e del tutto imprevisto.



Giuseppe Catania

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