venerdì 27 marzo 2015

Vasto e San Giovanni Bianco (BG) legate al culto della Sacra Spina: "sarebbe auspicabile avviare un gemellaggio spirituale"

La Sacra Spina di San Giovanni Bianco
Nella cittadina la reliquia della Sacra Spina è "venerata secondo uno schema analogo al nostro".


 di Giuseppe Catania

In questo periodo quaresimale, la Chiesa ci fa porre l'attenzione sul grande mistero della morte e risurrezione di N.S.G.C. La nostra parrocchia di S. Maria Maggiore, insieme a tutta la comunità ecclesiale di Vasto, ha la grande opportunità di meditare la passione di Gesù mediante la venerazione della preziosa reliquia della Sacra Spina..
La Confraternita della Sacra Spina e del Gonfalone, come da secolare tradizione cura con particolare attenzione questa festa, mantenendo viva
la devozione al Gesù Sofferente tramite la venerazione di questa reliquia.

Come alcuni già sapranno esistono altre reliquie della Sacra Spina in Italia e in Europa ma, forse, non tutti sapranno che nel celebrare così solennemente questa festa non siamo solamente noi a Vasto, ma anche nel nord del nostro paese e precisamente a San Giovanni Bianco (BG)dove è custodita nella parrocchiale di San Giovanni Evangelista una reliquia della Sacra Spina venerata secondo uno schema analogo al nostro.

Infatti, anche lì, in quell'angolo della Valle Brembana, la Sacra Spina viene festeggiata nella settimana di passione, ma di domenica anziché di venerdì com'è consuetudine nostra. L'evento è preceduto come da noi da una fase preparatoria che si articola in celebrazioni a tema che si svolgono durante la settimana che precede la festa. Durante questa settimana preparatoria viene richiamata l'attenzione dei ragazzi, degli anziani, degli ammalati, dei lavoratori e della famiglia, affinchè ad ognuna di queste categorie possa giungere un messaggio propositivo circa la condizione che gli stessi vivono, costretti dalle tante spine che la società odierna infligge sul loro capo.

La storia di queste due reliquie: quella di Vasto e quella della Valle Brembana ci accomunano, in quanto il periodo storico della loro presenza nella città lombarda ed abruzzese è quasi coincidente, perché la Sacra Spina di S. Giovanni Bianco fu donata ; nel 1495 da Vistallo Pignoni che durante la battaglia di Fornovo sul Taro la sottrasse ad un segretario di Carlo VIII, re di i Francia; la Sacra Spina di Vasto era già presente nella città nel 1500 se si pensa che nel 1566 la reliquia era conservata nella chiesa di S. Maria Maggiore, quando la bolla che ne attestava l'autenticità, fu bruciata dalle stesse fiamme che rovinavano l'intero edificio e prima ancora era stata custodita da Ferdinando d'Avalos che l'aveva avuta in dono da Papa Pio IV.

Anche la reliquia di S. Giovanni Bianco secondo la tradizione ogni venerdì santo viene ricoperta da una fioritura, come quella di Vasto.

A questo proposito è opportuno ricordare il prodigioso evento che si verificò nella cittadina lombarda nella sera di Pasqua del 27 marzo del 1932.

Nel 1598 la reliquia fu trafugata e dopo la sua restituzione il prodigio della fioritura non si compi più. Ebbene dopo circa tre secoli, nonostante le penitenze, i digiuni e le veglie di preghiera offerti dalla popolazione devota, affinchè il buon Dio desse un segno esteriore della sua benevolenza, la fioritura attesa per il venerdì santo non ebbe comunque esito.

Era stata costituita finanche una commissione ad hoc per la valutazione di eventuali fenomeni prodigiosi.

I fedeli tuttavia non si persero d'animo e perseverarono nella preghiera, quando la sera di Pasqua, mentre la reliquia era esposta, tutti i presenti nella chiesa assistettero alle ore 23,00 sgomenti al fenomeno che da tanto tempo aspettavano. Si trattava della comparsa di una fioritura. Dalla commissione tecnica venne rilevata anche una macchia rossa sanguigna viva ed umida che tendeva a dilatarsi in alto, assumendo la forma di fiamma rovesciata lunga 10 mm e larga 2 mm. La notizia intanto si diffondeva per tutto il paese ed emozionata la folla dei fedeli cantava in segno di ringraziamento il Te Deum, l'Inno della Sacra Spina ed elevava altri inni di lode.

Il giorno successivo giungeva il vescovo diocesano Mons. Marelli con i membri della commissione e constatava la stessa fenomenologia, notando varie trasformazioni della macchia di sangue: essa diventava., "prima una fiamma, poi una piramide, poi un triangolo. Nei giorni che seguirono, folle numerosissime, di circa 15.000 persone al giorno, andarono a venerare la Sacra Spina. Varie funzioni di .ringraziamento furono celebrate tra cui una il 5 ottobre dello stesso anno alla quale vi partecipò e vi tenne un discorso Mons. Angelo Roncalli, che al tempo dei fatti era nunzio apostolico in Bulgaria.

Sarebbe auspicabile che si stabilisse un gemellaggio con i devoti della Sacra Spina di S. Giovanni Bianco, in modo da creare una comunione spirituale nella devozione al Cristo Sofferente, soprattutto in questo periodo in cui si avvertono venti di guerra, tenendo conto che nel passato, riguardo alla Sacra Spina è stato detto: "...Non v'è disgrazia, non v'è male, che si faccia a minacciare questa fortunata città, che alla comparsa di tal prodigiosa Reliquia non si dilegui!"

Ma la grandezza di Dio va così al di là della limitata percezione che noi abbiamo delle cose che, sicuramente il nostro coro di suppliche e preghiere verrebbe accolto benevolmente, per assicurare protezione e pace anche al di là delle mura cittadine.
 GIUSEPPE CATANIA

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