giovedì 16 aprile 2015

Antonio Cieri, anarchico e noto antifascista tra Vasto, Parma e Spagna

Simbolo dell'antifranchismo, fu ucciso a Huesca vicino Barcellona nel 1937
Fra le pagine inedite della lotta di resistenza alle squadre fasciste, spicca il nome di un anarchico vastese, fra i più attivi protagonisti degli avvenimenti che culminarono con la ribellione e le «barricate» di Parma, in opposizione alla cosiddetta «marcia di fuoco» ordinata da Italo Balbo nell'agosto 1922.

Quell'anarchico era Antonio Cieri, figlio di Domenico, nato a Vasto il 10 novembre 1892 (era fratello di Nicola, Letizia, Anna e Michelina) appartenente ad una famiglia sottoposta a stretta sorveglianza dalla polizia e classificata come nucleo di
«sovversivi ».
Durante il primo conflitto mondiale aveva combattuto, col grado di Ufficiale degli «Arditi» e fu più volte decorato al valore.
Antonio Cieri si trasferiva ad Ancona quale tecnico delle Ferrovie e nel 1920 aveva preso parte ai moti della rivolta marchigiana.
Si trasferiva quindi, a Parma agli inizi degli anni ruggenti del fascismo italiano, in un clima di riaggregazione delle masse proletarie contro lo scatenarsi della violenza.
Nella città emiliana Antonio Cieri si schierava in prima fila per le sue spiccate capacità e per la vasta preparazione politica, tanto da assumere il comando degli «Arditi del Popolo» del «Borgo del Naviglio», dove aveva anche l'abitazione, distinguendosi per slancio ed eroismo, nell'agosto 1922, durante i furiosi scontri con le squadre nere, a fianco di Guido Picelli.
La targa a Parma a Borgo del Naviglio
Le prime avvisaglie si verificavano nel pomeriggio del 2 agosto con reciproche sparatorie culminate con la fuga dei fascisti. Il giorno seguente vi furono altre scaramucce al Circolo Ferrovieri, dove Antonio Cieri dirigeva le operazioni dei rivoltosi, ed anche questa volta i fascisti furono costretti a battere in ritirata.
Durante lo scontro Antonio Cieri partecipò alla «battaglia e diresse personalmente il fuoco intensissimo: i fascisti retrocessero in disordine e furono inseguiti sul piazzale della stazione».
Italo Balbo, alla testa di un reparto di camice nere, tentando un'irruzione nelle linee degli «Arditi del Popolo», nel suo «Diario 1922» 4 agosto ore 14 Parma - non esita a riconoscere: «Per la prima volta il fascismo si trova di fronte a un nemico agguerrito e organizzato, armato ed equipaggiato e deciso a resistere ».

Antonio Cieri venne licenziato dalle Ferrovie nel 1923 e preferì andare esule a Parigi per continuare la sua azione antifascista all'interno del movimento libertario con Camillo Bertario, collaborando attivamente al giornale «Lotta anarchica per l'insurrezione armata contro il fascismo» e poi a «La Protesta» nell'ambito del quale si raccoglievano le forze anarchiche internazionali con ritrovo preferito nel Ristorante sito al n. 96 di Rue d’Allery, condotto da Emilia Bonacosa.
Cieri alterna la collaborazione a «Nuova Umanità» e il lavoro quale imprenditore edile, ma lo spirito indomito lo porta in Spagna, attratto dalla lotta di difesa della Repubblica aggredita dalle forze franchiste.

Da Barcellona viene assegnato al comando della colonna «Ascaso» e, poi, col grado di capitano, alla colonna «Rosselli », dalla fine del 1936 ad aprile 1937.
Durante la battaglia di «Aragona » nei pressi di Huesca, Antonio Cieri moriva in combattimento.

Radio Barcellona comunicava la notizia della morte di Antonio Cieri, con ampia risonanza, esaltando la figura e l'eroismo del combattente italiano cui venivano decretati imponenti funerali nella città catalana con numerosa partecipazione di tutte le rappresentanze delle organizzazioni antifasciste.

La famiglia di Antonio Cieri a Vasto non ebbe alcuna notizia diretta del decesso del proprio congiunto che, invece, venne pubblicata con dovizia di particolari, dalla stampa anarchica francese.

Giuseppe Catania



A dicembre 2012 a Vasto convegno e targa in piazza Rossetti.


Cerimonie in Spagna a giugno 2013
 La Repubblica 18 maggio 2013

Eroi delle Barricate a Parma e simboli dell'antifranchismo in Spagna. Il primo giugno nel cimitero di Montjuïc a Barcellona sarà inaugurato un monumento in memoria di Guido Picelli, Antonio Cieri e degli altri antifascisti parmigiani. Nella foto il poster realizzato in collaborazione con le Associazioni Catalane e Spagnole per pubblicizzare l'avvenimento. Dopo più di 75 anni nel cimitero del Montjuïc a Barcellona ci sarà di nuovo un luogo che ricorda la storia e conserva la memoria dei parmigiani che combatterono dal 1936 al 1939 in difesa della Repubblica Spagnola. Le tombe originali furono distrutte appena dopo la conquista di Barcellona nel gennaio del 1939 da parte delle truppe franchiste appoggiate da quelle inviate da Mussolini e da Hitler. I resti di Guido Picelli e Antonio Cieri furono gettati nelle fosse comuni insieme a quelli di tanti repubblicani spagnoli e dei tanti internazionali che caddero durante la guerra o furono fucilato nel dopoguerra. L'iniziativa rientra tra quelle organizzate da Aicvas in concomitanza con il Viaggio della Memoria in Spagna dal 29 maggio al 1 giugno prossimi. A breve sarà disponibile anche il poster relativo all'inaugurazione della targa nel luogo dove cadde Guido Picelli. La posa della targa avverrà il 30 maggio nel Comune di Mirabueno alla presenza del sindaco e delle altre autorità locali. Alle iniziative hanno contribuito Spi Cgil di Parma, Camera del Lavoro, Anpi, Isrec. Patrocinio istituzionale dei Comuni di Parma e Langhirano.

 Uno dei poster esposti in Spagna

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