sabato 29 agosto 2015

Celenza: con la poesia "Lu sogne cchiù bbelle" CESARE NICOLINI vince il XXXIV Certame

Promosso dalla Pro Loco "Coelentia" di Celenza sul Trigno, si è concluso il XXXIV Certame" Regionale di Poesia Dialettale di Celenza sul Trigno. La Giuria presieduta dalla prof. Gabriella Serafini, presidente dell'Associazione Culturale "La Settembrata Abruzzese” di Pescara, e composta dalla
prof. Daniela Dalimonte, dal poeta Antonio Blasiotti, dal poeta Osvaldo Santoro e da Renato Rossi rappresentante delle Pro Loco "Coelentia" dopo un approfondito esame dell'analisi critica e linguistica delle composizioni presentate, e della freschezza compositiva, e del corretto impiego del dialetto, ha cosi deciso: 

1°classificato, Cesare Nicolini con la poesia “Tu sogne cchiù bbelle” 

il vincitore Cesare Nicolini
2°classificato, Emanuele Talone con la poesia "Arisvijarme cuntente". 

3°classificato, ex aequo Giselda Desiderio con la poesia Dentr’a stu silenzie"; Vinia Montini con la poesia "Lì juorne che pese". 

4° classificato, Gabriele Di Giorgio con la poesia "Ponte antiche;  

5° classificato , ex aequo, Michele Felice con la poesia"Cant’e porte la croce"; Walter Di Laudo con la poesia "La Speranze". 

LE MOTIVAZIONI 

Lu sogne cchiù bbelle: E’un inno all'amore che riesce a mettere le ali ai sogni fino a raggiungere la luna e riempire il cuore di stelle. Una poesia che è gioia e foriera di sentimenti delicati trasportati do un uccellino sul far del giorno che rimanda agli odori di casa. Questo è l'amore che si accontenta del vento che spalanca le finestre e di un giardino fiorito di rose. Messaggio positivo senza falsi moralismi, né contestazioni pedanti. E' poesia fresca, che ti prende in un vortice di sensazioni nuove e antiche, insieme. La poesia è ben costruita: quattro quartine tutte con endecasillabi a rima incrociata che riportano ad una freschezza di tipo petrarchesco, dove la bellezza della natura fa tutt'uno con la donna amata. La donna non è idealizzata ma nemmeno ridotta a strumento di piacere: è sentimento che vaga e si fa soffio, volo, palpito, felicità totale.

Arisvijjarme cuntente: Esprime, intoni incalzanti, il malessere che attanaglia una vita, piena di preoccupazioni e che cerca nel cuore e nella mente spiragli di luce consolatoria, acqua fresca di sorgente, albe senza veleni e cielo cristallino, innocenza di un bimbo in culla, suoni di campane a festa profumi e sapori della terra avuta...Poesia di grande respiro lirico che ti avvolge come in un turbinio di sensazioni, ricercatezze semantica e struttura metrico-linguistica tesa a rendere la musicalità delle emozioni.

 Dentr’a stu silenzie: Buona padronanza metrica e capacità di rendere le emozioni palpabili attraverso immagini e metafore. Il silenzio riesce ad amplificare il respiro della persona amata che riposa, la luna,complice, con la sua luce, l'accarezza, un abbraccio e tanta voglia di non distruggere questo momento magico in cui c'è la contemplazione dell'amore.

 Lu juorne che pese" : Sembra un inno al lavoro del contadino, tanto è forte e ben condotta la descrizione della sua fatica Eppure la struttura della poesia mette a nudo l'intento poetico: la vita e i suoi momenti! Il percorso è diviso in tre parti che si snoda dalla vita contadina, alla magia dei suoni e della vita familiare fino a giungere a un presente fatto di solitudine. Non è solo duro il lavoro, ma difficile è accettare la discesa della vite. Buona la struttura e la padronanza ritmica del verso.

 GIUSEPPE CATANIA

Nessun commento: