martedì 25 agosto 2015

Sensazionale! La marchesa del Vasto morì di sifilide?

Maria d'Aragona, moglie di Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto 
DOPO CINQUE SECOLI SI E' SCOPERTO CHE MARIA D'ARAGONA MARCHESA DEL VASTO, ERA AFFETTA DAL "MORBUS GALLICUS»
Maria D'Aragona morì quasi 80 anni dopo il ritorno di Cristoforo Colombo, quando l'Europa già era colpita a tappeto dall'infezione treponemica (sifilide, ndr). 
 Nel 1530 Girolamo-Fracastoro aveva battezzato il male “Syphillis seu morbus gallicus”, curabile con l'argento e il guaiaco.

di GIUSEPPE CATANIA

 Dopo 500 anni i nobili D'Aragona,che riposano nella basilica di San Domenico Maggiore in Napoli, avvolti in sontuosi abiti, imbalsamati, mummificati e composti in bare di legno,vengono svegliati dall'ultracentenario riposo.

Un'equipe di paleopatologi, guidata dal Prof. Gino Fornaciari, famoso anatomopatologo dell'Università di Pisa, li ha, infatti, destati (ma i bauli degli Aragona, nel corso dei secolo, sono stati oggetto di saccheggi e incendi) per un esame delle mummie. Le indagini, come lo furono per il cadavere attribuito a Vittoria Colonna, hanno portato ad una diagnosi alquanto singolare, proprio per quanto riguarda la mummia di Maria D'Aragona,oggetto di una sintesi pubblicata da Tempo Medico n. 31 del 30.10.1989.
Si parla di sifilide terziaria.
dal sito http://spark.sciencemag.org/the-thousand-year-graveyard/4/



feretro di Maria d'Aragona
L'esame dell'equipe del prof. Fornaciari è stato formulato su di una ulcera del braccio sinistro, bendato quando la Marchesa era ancora in vita. Sotto la medicazione fatta di foglie di edera (secondo la tecnica dell'epoca) che copriva l'ulcera cutanea. La cavità, di qualche centimetro, tamponata da un batuffolo di fibre vegetali imbevute di zolfo,che è il rimedio usato nel 1500 per le malattie della pelle. Il prelievo e l'esame istologico (anticorpo antitreponema, e tecnica
dell'immunofluorescenza indiretta usata per la prima volta dal prof. Fornaciari) ha evidenziato le spirochete. I periti medici non sono riusciti ancora a svelare l'origine della malattia, se europea o americana, che ebbe a colpire Maria D’Aragona del Vasto, anche perché l'anamnesi definitiva è difficile come non è del tutto chiara la causa della morte. Maria D'Aragona mori quasi 80 anni dopo il ritorno di Cristoforo Colombo, per far supporre una epidemia di tipo americana.

 Peraltro l'Europa già era stata colpita a tappeto dalla infezione treponemica. Infatti, nel l530 Girolamo Fracastoro aveva studiato questo tipo di malattia pestifera e l'aveva battezzata come "Syphillis seu morbus gallicus» curabile con l'argento e con il guaiaco.

 C'è che gli imbalsamatori del ‘500 hanno rimpiazzato gli organi interni con poltiglie di foglie di alloro, mirto, artemisia. Anche se è noto che la Marchesa del Vasto cinque anni prima di morire (a 60 anni) fu ospite ad Agnano per un periodo di cure, resta ignoto il motivo o la causa della malattia luetica di cui fu infetta, né è possibile, peraltro, azzardare ipotesi sulle fonti del contagio.

 A meno che, ed è anche un possibile sospetto, ne fosse portatore il marito Alfonso che, probabilmente aveva contratto il male mentre era intento a guerreggiare durante la spedizione in Provenza.

Giuseppe Catania



Nota sullo studioso 
Gino Fornaciari è uno dei maggiori esperti italiani di paleopatologia (Divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa).

La paleopatologia studia le malattie direttamente nei resti umani del passato, scheletrici o mummificati. In questo differisce dalla storia della medicina, che prende in considerazione la storia dei medici e delle terapie, seppur anche quella delle malattie del passato ma basandosi solo su fonti storico-letterarie. Negli ultimi trent'anni la paleopatologia ha fatto molti progressi, grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche, come ad esempio l'uso della tomografia computerizzata come sistema non invasivo nello studio delle mummie. La paleopatologia riveste un duplice interesse: antropologico, poiché dallo studio delle malattie e della loro incidenza si possono comprendere, seppur indirettamente, gli usi e le abitudini delle popolazioni del passato; medico, poiché lo studio dell'origine e delle prime vie di trasmissione delle malattie moderne (come cancro e arteriosclerosi) suscita interesse medico.

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