Il programma completo
dell'ultima serata:
Cine Lab Rossetti
ore 17:00 – Incontri filmaker con Agostino Ferrente
A seguire: La madre di tutte le pellicole
MATER DEI di Emilio Cordero (1950)
Storia e rinascita del
primo film italiano a colori a cura di Vittorio Giacci
presentato dal
Direttore della Cineteca Nazionale Gabriele
Antinolfi
Cine Palazzo D’Avalos:
ore 19:30 - Giardini
Aperitivo mostra fotografica Bellezze
al Bagno
CineAperitivo con
Soundtrack DJ set
ospiti: Flonja
Kodheli e Alessandro Haber
ore 20:30 - Giardini
Alessandro Haber in VASTISSIMO
HABER
ore 22:00 – Cortile
- La
madre di tutte le pellicole
VERGINE GIURATA di Laura Bispuri
a seguire: incontro
con Flonja Kodheli
ore 23:45 – Cortile - South Est Coast & Adriatic Contest
BOTA CAFÉ di Iris Elezi e Thomas Logoreci
Music Film Arena:
ore 21:45 - A me me piace ‘o Blues
L’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
presentato da Agostino Ferrente
Movie Beach Arena
ore 21:30 - South Est Coast
& Adriatic Contest
BASTA POCO di Andrea Muzzi e Riccardo Paoletti
A seguire: incontro con Daniela Poggi e Andrea Muzzi
ALESSANDRO HABER
Lo spettacolo che Alessandro Haber propone
sul palco del Vasto Film Festival il 23 agosto, insieme ai suoi musicisti, è un
mix delle sue trascorse esperienze nel campo della canzone d’autore. Aavendo
all’attivo realizzato ben cinque album, egli percorre un viaggio tra i più noti
brani del panorama musicale d’autore e li fonde con altrettanti brani inediti
che sono stati realizzati da lui nel corso di questi anni.
Nel repertorio rivisitazioni di brani noti come:
Insieme a te non ci sto più, Margherita, Vedrai vedrai, passando per canzoni scritte ad hoc su poesie di
Bukowsky, e canzoni inedite scritte apposta per lui, insieme a brani come La valigia dell’attore di Francesco De
Gregori.
Insieme a lui, sul palco, tre eccellenti
musicisti ad accompagnarlo: il suo arrangiatore e chitarrista Sasa Flauto, il
mandolinista pugliese Mimmo Epifani ed
il pianista Fabrizio Romano.
Discografia
Haberrante (1995)
Qualcosa da dichiarare (1999)
Tango d'amore e coltelli (2001)
Il sogno di un uomo (2003)
Haber bacia tutti (2012)
Haberrante (1995)
Qualcosa da dichiarare (1999)
Tango d'amore e coltelli (2001)
Il sogno di un uomo (2003)
Haber bacia tutti (2012)
FLO NJA KODHELI
Flonja Kodheli è nata a Tirana, Albania.
Inizia a suonare il pianoforte all'età di otto anni. Nel 1993, la sua
famiglia fugge dall'Albania verso il Belgio. In questo Paese Flonja prosegue i
suoi studi, presso il Conservatorio Reale di Musica di Mons, dove riceve il
primo premio per pianoforte e di musica da camera.
Dopo aver terminato i suoi studi musicale, si interesse in maniera sempre piu' costante
alla recitazione. Frequenta vari laboratori di cinema a Bruxelles gestiti da
diversi registi francofoni, in particolare Frédéric Dumont, Yves Hanchar e
Stephan Carpiaux.
Ma il laboratorio teatrale sotto Boris Rabey, professore al GITIS di
Mosca, è per lei una vera e propria rivelazione. Decide allora di dedicarsi
completamente alla recitazione e si trasferisce a Parigi.
Nel settembre 2006, dopo l'internamento negli studi di cinema sotto la
direzione di Marc-Henri Dufresne, inizia il corso di Florent nella classe di
Hervé Falloux. Nel settembre del 2007, continua la sua formazione con Valérie
Nègre, Antonia Malinova, Laurent Natrella. Nello scoprire ulteriormente questa
professione e aggiungendo profondità al suo lavoro, a poco a poco riscopre le
idee che aveva originariamente imparato durante la sua formazione musicale:
duro lavoro e un senso di armonia ...
Insieme a questa nuova passione, Flonja compone anche per i
cortometraggi e documentari. Nel 2010 Flonja Kodheli interpreta la sorella di
Ilir (Guillaume Gouix) nel film "Hors les murs" di David Lambert.
Pianista e compositrice, scrive ed
esegue la musica originale di questo film.
Flonja Kodheli è l'attrice principale di "Bota" di Iris Elezi
e Thomas Logoreci, che ha vinto il Fedeora Award al 2014 Festival di Karlovy
Vary.
Nel 2014 interpreta “Vergine giurata” di Laura Bispuri.
VERGINE GIURATA
Hana è un'orfana albanese, vive da un montanaro sposato e con una
figlia di nome Lila, coetanea di Hana. In quel contesto, la donna è costretta a
seguire le rigide regole del Kanun, diritto civile parallelo attivo tra i
montanari albanesi che in mancanza di figli maschi, possono spingere una donna
ad autoproclamarsi uomo, seguendo quel tipo di formazione e rinnegando tutti
gli aspetti del femminile. Hana diventa Mark e condurrà una vita da uomo.
Quando molti anni dopo Mark arriverà in Italia, il contatto con una cultura
diversa le consentirà di ricercare la Hana sepolta.
BOTA CAFE’
Durante il Comunismo gli abitanti di un villaggio dell'Albania sono
stati prelevati dalle loro case e internati nel mezzo del nulla, quando non
fucilati per attività contro il partito durante la dittatura di Henver Hoxa e
gettati in una palude quotidianamente scandagliata in cerca dei corpi dei
dispersi. In mezzo a quella landa desolata si staglia contro il nulla il Boca
Café, cinematograficamente reminescente di quel Bagdad Cafè presso cui si
incontravano assortite solitudini, ma il tono della narrazione non ha nulla a
che vedere con la commedia, perché è permeato di malinconica ironia. Anche nel
Boca Cafè si incontrano tre anime perse - il proprietario, Beni, un trafficante
quarantenne, e le due cameriere: l'amante 25enne di Beni, Nora e la cugina
dell'uomo, Juli, orfana di madre e assai legata alla nonna che l'ha cresciuta.
Fra i frequentatori del Cafè ci sono un personaggio enigmatico che si
presenta ogni giorno per un espresso e due addetti alla costruzione della
vicina autostrada, cofinanziata dagli italiani come questo film che combina lo
sforzo produttivo di Italia, Albania e Kosovo: Alla regia la giovane esordiente
albanese Iris Elezi e l'albanese-americano Thomas Logoreci. Alla sceneggiatura,
insieme a Elezi e Logoreci, anche Stefania Casini.
La regia è essenziale ma non priva di grazia poetica; la narrazione si
compone a poco a poco come un puzzle di cui mancano ancora tanti pezzi, non per
una pecca di scrittura, ma come riflesso di una situazione che affligge
un'intera nazione; la recitazione è intensa e calibrata. Non è facile entrare
nel mood allucinato e nelle atmosfere rarefatte di un posto in cui "non
succede mai niente", ma a poco a poco davanti ai nostri occhi si
(ri)compone il ritratto di vite allo sbando sopravvissute all'orrore in epoche
diverse (la nonna da adulta, Nora e Juli da bambine), e di un non luogo in cui
coesistono autostrade e greggi di pecore, vetture di grossa cilindrata e gruppi
di papere. Ma la pazienza dello spettatore è ricompensata dalla costruzione di
una storia popolata da fantasmi e in bilico sull'oblio.
Le piccole e grandi nefandezze commesse da queste anime perse, le loro
fragilità ed errori sono il risultato non tanto dell'indole personale quanto di
una circostanza storico-politica che ha segnato un intero Paese e ne determina
oggi l'arretratezza e lo smarrimento identitario. Non esiste un risarcimento
sufficiente per un danno tanto grande e le sue vittime vivono alla giornata
facendo il meglio (o il peggio) che possono. Al Bota Cafè non ci sono cattivi,
soltanto (con)dannati, e una palude che inghiotte silenziosamente il scomodo
passato di una nazione.
L'ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
È
un'orchestra multietnica nata nel 2002
all’interno dell’Associazione Apollo 11, un progetto sostenuto da artisti,
intellettuali e operatori culturali che hanno voluto valorizzare il rione Esquilino di Roma, dove gli Italiani sono una minoranza etnica.
L’Orchestra rappresenta una realtà unica: è la prima e sola orchestra nata con
l’auto-tassazione di alcuni cittadini che ha creato posti di lavoro e relativi
permessi di soggiorno per eccellenti musicisti provenienti da tutto il mondo e
promuove la ricerca e l’integrazione di repertori musicali diversi e spesso
sconosciuti al grande pubblico, costituendo anche un mezzo di recupero e di
riscatto per artisti stranieri che vivono a Roma talvolta in condizioni di
emarginazione culturale e sociale.
Il
gruppo nasce da un'idea di Mario Tronco, componente
della Piccola Orchestra Avion Travel, e del documentarista Agostino Ferrente che ne filma in
diretta la nascita e debutta il 24 novembre 2002 con il concerto di chiusura
del Romaeuropa Festival.
Dalla
sua nascita ad oggi l'Orchestra di Piazza Vittorio ha realizzato numerose
esibizioni nei cinque continenti, inizialmente anche al seguito dell'omonimo
film nella modalità "cine-concerto" e a seguire con 3 spettacoli
teatrali, nonché 3 album.
Nel
2014 l'Orchestra consta di diciotto musicisti che provengono da dieci paesi e
parlano nove lingue diverse che, partendo dalla musica tradizionale di ogni
paese, mischiandola e intingendola con rock, pop, reggae, e classica, danno
origine ad una sonorità unica. Tra musicisti che partono e altri che arrivano,
il suono dell’orchestra cambia senza mai tradire la vocazione iniziale a sfide
nuove e orizzonti aperti al mondo intero.
MATER DEI
Mater Dei è un film
del 1950, scritto e diretto da Emilio Cordero con la consulenza religiosa di
Giacomo Alberione. È il primo lungometraggio a colori realizzato in Italia con
il sistema Ansco Color derivato dalla Agfacolor tedesca.
Il film narra la
vita di Maria, madre di Gesù.
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