domenica 23 agosto 2015

VASTO FILM FEST: STASERA (DOMENICA) SI CHIUDE, ECCO IL PROGRAMMA


Il programma completo dell'ultima serata:

Cine Lab Rossetti
ore 17:00Incontri filmaker con Agostino Ferrente
A seguire: La madre di tutte le pellicole
MATER DEI di Emilio Cordero (1950)
Storia e rinascita del primo film italiano a colori a cura di Vittorio Giacci
presentato dal Direttore della Cineteca Nazionale Gabriele Antinolfi

Cine Palazzo D’Avalos:
ore 19:30 - Giardini
Aperitivo mostra fotografica Bellezze al Bagno
CineAperitivo con Soundtrack DJ set 
ospiti: Flonja Kodheli e Alessandro Haber
ore 20:30 - Giardini
Alessandro Haber in VASTISSIMO HABER
ore 22:00Cortile - La madre di tutte le pellicole
VERGINE GIURATA di Laura Bispuri
a seguire: incontro con Flonja Kodheli
ore 23:45Cortile - South Est Coast & Adriatic Contest
BOTA CAFÉ di Iris Elezi e Thomas Logoreci

Music Film Arena:
ore 21:45 - A me me piace ‘o Blues
L’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
presentato da Agostino Ferrente

Movie Beach Arena
ore 21:30  - South Est Coast & Adriatic Contest
BASTA POCO di Andrea Muzzi e Riccardo Paoletti
A seguire: incontro con Daniela Poggi e Andrea Muzzi


ALESSANDRO HABER
Lo spettacolo che Alessandro Haber propone sul palco del Vasto Film Festival il 23 agosto, insieme ai suoi musicisti, è un mix delle sue trascorse esperienze nel campo della canzone d’autore. Aavendo all’attivo realizzato ben cinque album, egli percorre un viaggio tra i più noti brani del panorama musicale d’autore e li fonde con altrettanti brani inediti che sono stati realizzati da lui nel corso di questi anni.
Nel repertorio rivisitazioni di brani noti come: Insieme a te non ci sto più, Margherita, Vedrai vedrai, passando per canzoni scritte ad hoc su poesie di Bukowsky, e canzoni inedite scritte apposta per lui, insieme a brani come La valigia dell’attore di Francesco De Gregori.
Insieme a lui, sul palco, tre eccellenti musicisti ad accompagnarlo: il suo arrangiatore e chitarrista Sasa Flauto, il mandolinista pugliese  Mimmo Epifani ed il pianista Fabrizio Romano.
Discografia
Haberrante (1995)
Qualcosa da dichiarare (1999)
Tango d'amore e coltelli (2001)
Il sogno di un uomo (2003)
Haber bacia tutti (2012)


FLO NJA KODHELI
Flonja Kodheli è nata a Tirana, Albania.
Inizia a suonare il pianoforte all'età di otto anni. Nel 1993, la sua famiglia fugge dall'Albania verso il Belgio. In questo Paese Flonja prosegue i suoi studi, presso il Conservatorio Reale di Musica di Mons, dove riceve il primo premio per pianoforte e di musica da camera.
Dopo aver terminato i suoi studi musicale,  si interesse in maniera sempre piu' costante alla recitazione. Frequenta vari laboratori di cinema a Bruxelles gestiti da diversi registi francofoni, in particolare Frédéric Dumont, Yves Hanchar e Stephan Carpiaux.
Ma il laboratorio teatrale sotto Boris Rabey, professore al GITIS di Mosca, è per lei una vera e propria rivelazione. Decide allora di dedicarsi completamente alla recitazione e si trasferisce a Parigi.
Nel settembre 2006, dopo l'internamento negli studi di cinema sotto la direzione di Marc-Henri Dufresne, inizia il corso di Florent nella classe di Hervé Falloux. Nel settembre del 2007, continua la sua formazione con Valérie Nègre, Antonia Malinova, Laurent Natrella. Nello scoprire ulteriormente questa professione e aggiungendo profondità al suo lavoro, a poco a poco riscopre le idee che aveva originariamente imparato durante la sua formazione musicale: duro lavoro e un senso di armonia ...
Insieme a questa nuova passione, Flonja compone anche per i cortometraggi e documentari. Nel 2010 Flonja Kodheli interpreta la sorella di Ilir (Guillaume Gouix) nel film "Hors les murs" di David Lambert. Pianista e compositrice,  scrive ed esegue la musica originale di questo film.
Flonja Kodheli è l'attrice principale di "Bota" di Iris Elezi e Thomas Logoreci, che ha vinto il Fedeora Award al 2014 Festival di Karlovy Vary.
Nel 2014 interpreta “Vergine giurata” di Laura Bispuri.


VERGINE GIURATA
Hana è un'orfana albanese, vive da un montanaro sposato e con una figlia di nome Lila, coetanea di Hana. In quel contesto, la donna è costretta a seguire le rigide regole del Kanun, diritto civile parallelo attivo tra i montanari albanesi che in mancanza di figli maschi, possono spingere una donna ad autoproclamarsi uomo, seguendo quel tipo di formazione e rinnegando tutti gli aspetti del femminile. Hana diventa Mark e condurrà una vita da uomo. Quando molti anni dopo Mark arriverà in Italia, il contatto con una cultura diversa le consentirà di ricercare la Hana sepolta.


BOTA CAFE’
Durante il Comunismo gli abitanti di un villaggio dell'Albania sono stati prelevati dalle loro case e internati nel mezzo del nulla, quando non fucilati per attività contro il partito durante la dittatura di Henver Hoxa e gettati in una palude quotidianamente scandagliata in cerca dei corpi dei dispersi. In mezzo a quella landa desolata si staglia contro il nulla il Boca Café, cinematograficamente reminescente di quel Bagdad Cafè presso cui si incontravano assortite solitudini, ma il tono della narrazione non ha nulla a che vedere con la commedia, perché è permeato di malinconica ironia. Anche nel Boca Cafè si incontrano tre anime perse - il proprietario, Beni, un trafficante quarantenne, e le due cameriere: l'amante 25enne di Beni, Nora e la cugina dell'uomo, Juli, orfana di madre e assai legata alla nonna che l'ha cresciuta.
Fra i frequentatori del Cafè ci sono un personaggio enigmatico che si presenta ogni giorno per un espresso e due addetti alla costruzione della vicina autostrada, cofinanziata dagli italiani come questo film che combina lo sforzo produttivo di Italia, Albania e Kosovo: Alla regia la giovane esordiente albanese Iris Elezi e l'albanese-americano Thomas Logoreci. Alla sceneggiatura, insieme a Elezi e Logoreci, anche Stefania Casini.
La regia è essenziale ma non priva di grazia poetica; la narrazione si compone a poco a poco come un puzzle di cui mancano ancora tanti pezzi, non per una pecca di scrittura, ma come riflesso di una situazione che affligge un'intera nazione; la recitazione è intensa e calibrata. Non è facile entrare nel mood allucinato e nelle atmosfere rarefatte di un posto in cui "non succede mai niente", ma a poco a poco davanti ai nostri occhi si (ri)compone il ritratto di vite allo sbando sopravvissute all'orrore in epoche diverse (la nonna da adulta, Nora e Juli da bambine), e di un non luogo in cui coesistono autostrade e greggi di pecore, vetture di grossa cilindrata e gruppi di papere. Ma la pazienza dello spettatore è ricompensata dalla costruzione di una storia popolata da fantasmi e in bilico sull'oblio.
Le piccole e grandi nefandezze commesse da queste anime perse, le loro fragilità ed errori sono il risultato non tanto dell'indole personale quanto di una circostanza storico-politica che ha segnato un intero Paese e ne determina oggi l'arretratezza e lo smarrimento identitario. Non esiste un risarcimento sufficiente per un danno tanto grande e le sue vittime vivono alla giornata facendo il meglio (o il peggio) che possono. Al Bota Cafè non ci sono cattivi, soltanto (con)dannati, e una palude che inghiotte silenziosamente il scomodo passato di una nazione.


L'ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
È un'orchestra multietnica nata nel 2002 all’interno dell’Associazione Apollo 11, un progetto sostenuto da artisti, intellettuali e operatori culturali che hanno voluto valorizzare il rione Esquilino di Roma, dove gli Italiani sono una minoranza etnica. L’Orchestra rappresenta una realtà unica: è la prima e sola orchestra nata con l’auto-tassazione di alcuni cittadini che ha creato posti di lavoro e relativi permessi di soggiorno per eccellenti musicisti provenienti da tutto il mondo e promuove la ricerca e l’integrazione di repertori musicali diversi e spesso sconosciuti al grande pubblico, costituendo anche un mezzo di recupero e di riscatto per artisti stranieri che vivono a Roma talvolta in condizioni di emarginazione culturale e sociale.
Il gruppo nasce da un'idea di Mario Tronco, componente della Piccola Orchestra Avion Travel, e del documentarista Agostino Ferrente che ne filma in diretta la nascita e debutta il 24 novembre 2002 con il concerto di chiusura del Romaeuropa Festival.
Dalla sua nascita ad oggi l'Orchestra di Piazza Vittorio ha realizzato numerose esibizioni nei cinque continenti, inizialmente anche al seguito dell'omonimo film nella modalità "cine-concerto" e a seguire con 3 spettacoli teatrali, nonché 3 album.
Nel 2014 l'Orchestra consta di diciotto musicisti che provengono da dieci paesi e parlano nove lingue diverse che, partendo dalla musica tradizionale di ogni paese, mischiandola e intingendola con rock, pop, reggae, e classica, danno origine ad una sonorità unica. Tra musicisti che partono e altri che arrivano, il suono dell’orchestra cambia senza mai tradire la vocazione iniziale a sfide nuove e orizzonti aperti al mondo intero.


MATER DEI
Mater Dei è un film del 1950, scritto e diretto da Emilio Cordero con la consulenza religiosa di Giacomo Alberione. È il primo lungometraggio a colori realizzato in Italia con il sistema Ansco Color derivato dalla Agfacolor tedesca.
Il film narra la vita di Maria, madre di Gesù.



Nessun commento: