mercoledì 7 ottobre 2015

SUL REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI

di Nicolangelo D'Adamo
Spiace, spiace assai che l’amico e stimato avv. Vincenzo Bassi, giudichi in termini così negativi una riflessione pubblica del Consiglio Comunale sull’ eventuale istituzione del “Registro delle Unioni Civili”, riflessione posta alla stregua di una “iniziativa propagandistica”, per “dare visibilità alla sinistra radical chic” (di Vasto?). 

In un momento in cui tanti comuni d’Italia, pur scontando un enorme ritardo rispetto ai comuni d’Europa, hanno istituito o stanno per istituire quei Registri ,“senza valore giuridico” come li etichetta Vincenzo Bassi. Non una parola sull’urgenza politica, e prima ancora civile, di affrontare il problema delle “Unioni Civili”, finalmente con una seria riflessione “laica”, ovvero senza condizionamenti ideologici e retoriche nostalgie passatiste. 

Addirittura la Chiesa cattolica ha impegnato un Sinodo per discutere delle famiglie (il plurale è necessario), della gestione delle loro crisi e del destino sociale e religioso di chi ne soffre, con amarezza e sofferenza, le conseguenze . Il Parlamento, speriamo presto, dovrà discutere l’assetto giuridico che vorrà dare a quelle “Unioni” , che possiamo anche non chiamare “matrimoni” ma ad essi somigliano moltissimo, atteso che un Parlamento non può più disattendere le legittime richieste di tanti cittadini che vivono una condizione di famiglia in modo non tradizionale.

Il Consiglio Comunale deve occuparsi di “Famiglie”? Appunto: è quello che ha fatto! Con buona pace di chi volge lo sguardo altrove e non riconosce alcun diritto a chi anche in merito alla costituzione di una famiglia la pensa diversamente, senza commettere alcun reato. E se poi commette o meno “peccato”, non è compito del Consiglio Comunale occuparsene.

NICOLANGELO D’ADAMO

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