lunedì 27 giugno 2022

Gabriele D'Annunzio e le sue numerose amanti

Gabriele d'Annunzio ed Eleonora Duse
Tutte attratte dal suo irresistible fascino. La Duse per lui dilapidò un patrimonio.

 di GIUSEPPE CATANIA

Si discute e si scrive molto sugli amori di Gabriele D'Annunzio e la letteratura rosa e salottiera annovera una più che diffusa raccolta di pubblicazioni di grande e comprensibile interesse, spesso al confine della morbosità. 
 Anche perché,
nell'abbondante e vario carteggio lasciato dal Vate nel Vittoriale, sovente affiorano accenni di empiti amorosi che D'Annunzio avvertiva stimolato da irresistibile trasporto. 
Se poi scorriamo la cronologia della vita di Gabriele D'Annunzio (nato a Pescara il 12 marzo 1863) veniamo a scoprire che si era fidanzato a Firenze, nel 1881, con Giselda Zucconi, che era figlia del docente di lingue straniere all'Istituto Cicognini di Prato, dove il Vate studiava. Ma, nonostante le ripetute promesse di matrimonio, dopo conseguita la licenza liceale, D'Annunzio decise di lasciare la fidanzata, che chiamava "Lalla", col pretesto di trasferirsi a Roma per frequentare la facoltà di lettere all'Università. 

 Qui, dopo aver stretto amicizia con il pittore Francesco Paolo Michetti di Francavilla, conosce Scarfoglio e Pascarella, iniziandoa collaborare con giornali e riviste, non trascurando di dare alle stampe numerose opere poetiche e letterarie. Nel 1883 sposa la duchessa Maria Hardouin di Gallese e l'anno dopo diventa papà del primogenito Mario e nel 1885 viene alla luce il secondo figlio, Gabrielino. 

Nel 1887 scoccano le prime scintille amorose e D'Annunzio perde la testa per Elvira Natalia Fraternali, sposata Leoni, che il Vate chiama "Barbara" e con lei convive a Venezia, mentre a Roma la moglie Maria di Gallese dà alla luce il terzogenito, Veniero. L'anno successivo è a Francavilla al Mare, ospite dell'amico Francesco Paolo Michetti, per la stesura del romanzo "II piacere". 

Durante l'estate del 1889, insieme a "Barbara" è a San Vito Chietino. Nel 1890 decide di separarsi dalla moglie Maria, che, per il dispiacere, tenta il suicidio, e, dopo un periodo di isolamento a Francavilla, si trasferisce a Napoli. Ma, intanto, nel 1892 conosce Maria Gravina, dopo una scappatella con la giornalista Olga Ossani, e, soppiantando "Barbara", si unisce alla nuova amante che attende da lui un figlio. Infatti, nel 1893 Maria Gravina partorisce una bimba chiamata Renata. 

L'anno successivo conosce Eleonora Duse a Venezia e si separa dalla Gravina. Tra una incessante attività poetica e letteraria, insieme alla Duse è a marina di Pisa, poi a Parigi con Sarah Bernhard. Affitta a Settignano, nella collina fiorentina, la "Capponcina" antica dimora dei Capponi. 

 Nel 1899 viaggia molto visitando l'Egitto, la Grecia, toccando Palermo per incontrare la Duse in tournèe, per andare, a settembre, a Vienna e poi in Germania. Per Gabriele D'Annunzio Eleonora Duse, protagonista nella "Pioggia nel Pineto" e ne "II Piacere", spese ingenti somme per mantenerlo, anche se l'amante la trascurava, preferendola alle altre "sue" donne, nella speranza vana di averlo accanto, anche comprandogli una villa nei pressi di Venezia. 

Anche se la Duse ritornò da Gabriele, restandogli accanto fino al 1903, il Vate l'abbandona per innamorarsi di Alessandra di Rudini, figlia del presidente del Consiglio, divorziata con due figli, e la chiama "Nike" per la sua grossa statura e con lei viaggia facendosi notare nella vistosa "Florentia". Nel 1906 Gabriele D'Annunzio conosce Giuseppina Giorni Mancini (che il Vate chiama Giousini o Amaranta) abbandonando definitivamente Alessandra di Rudini che aveva subito tre interventi chirurgici e che era ormai preda della morfina. Frattanto, nel 1908, "Amaranta", in preda alla disperazione per il rimorso di aver offeso l'onore del proprio marito, esce di senno e viene rinchiusa in manicomio. 

Gabriele D'Annunzio nel suo "Solus ad solum" annota disperatamente l'angoscia dei suoi giorni, Ma, nonostante tutto, nuovamente si innamora della russa Natalia di Giulobeff, detta Donatella. Incominciano, intanto, i guai finanziari e nel 1910 è costretto a fuggire in Francia, prima a Parigi e poi ad Arcachon, inseguito dai creditori, insieme alla sua amante, frequentando assiduamente la pittrice americana Romaine Goddard Brooks, ricchissima e lesbica, autrice di alcuni ritratti del Vate. Gabriele D'Annunzio le appioppa il soprannome "Cinerina", ma, indomito più che mai, Gabriele D'Annunzio a Parigi ebbe come amante la propria governante Amelie Mazzoyer e, contemporaneamente la Marchesa Maria Luisa Casati Stampa. 

Nel 1914, dopo una parentesi dedicata agli episodi guerreschi (perderà l'occhio i destro), conosce Giga Levi Brunner (che lui chiama "Venturina") e poi la pianista Luisa Baccarà (detta "Smikra") che sarà con lui fino alla morte avvenuta il 1° marzo 1938. 

Un ricchissimo e variopinto "carnet" amoroso quello di Gabriele D'Annunzio che, indubbiamente, è passato alla storia, nel novero di quella particolare categoria di impenitenti amanti. 

 Giuseppe Catania

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