domenica 22 novembre 2015

UNIVERSITA' DELLE TRE ETA': IL PROF PALMERIO INCANTA IL PUBBLICO CON LA SUA FILOSOFIA DI VITA











Coltivare la propria umanità; riscoprire la lentezza e il passo dell’uomo; curare qualsiasi interesse, perché “ogni età ha la sua dignità”. 

Venerdì scorso l’Università delle Tre Età di Vasto ha inaugurato il suo Anno Accademico con un convegno di alto profilo dal titolo “Coltivare la propria umanità”, relatore il prof. Mario Palmerio autore di numerosi volumi di pedagogia, di storia e di cultura locale, ex sindaco di Guardiagrele.

Ad aprire la manifestazione la presidente del sodalizio Margherita Giove e la responsabile Cultura Stefania Siviero, che hanno
presentato l'illustre ospite e i programmi dell'Unitre.

Palmerio ha parlato della cultura e del suo valore, della necessità di recuperare oggi la nostra dimensione di "umani". E citando numerosissimi autori e usando grande ironia (anche con battute dialettali per alleggerire una materia così complessa) è riuscito a tener desta l'attenzione del pubblico per l'intera durata della conferenza.

La sua relazione ha preso mosse dai pregiudizi che, purtroppo, corrono ancora su cosa sia cultura e sul suo valore. E dopo averne dimostrato l’inconsistenza, ha sviluppato riflessioni e considerazioni sull’importanza del fatto che oggi si torni a coltivare ciò che a molti appare “inutile”. Sulla necessità di sfuggire agli ingranaggi del mondo e trovare un po’ di tempo per occuparsi della propria umanità, di se stessi. La conclusione del prof. Palmerio è che occorre tornare a coltivare l’interiorità, per vivere e dare senso a questa vita.

Questa è la sintesi. Ma per ognuno di questi passaggi Palmerio, con grande chiarezza, ha fornito all’uditorio ampi dettagli

In apertura ha parlato del suo grande amore per i libri ed ha dato subito una frecciata ai suoi avversari politici che l’hanno accusato di aver pubblicato troppi libri - 60 in totale - come Comune di Guardiagrele. “La ggende nin magne nghi li libbre!!!”, a cui ovviamente lui ha risposto a tono!

Ma poi ha subito aggiunto: “Noi sentiamo l’esigenza di staccare la spina per ritrovarci, per vivere coltivare l’interiorità, riscoprire la voce del silenzio, il piacere della solitudine non in sensonegativo”. Ed è un piacere anche incontrare gli altri ma “la conversazione vale se parli con una persona che ti fa crescere”.

Cos’è l’umanità:  è “la solidarietà, la clemenza, l’apertura mentale, il gusto del bello, il desiderio e la voglia di donare noi stessi, la capacità di sognare”. Noi dobbiamo “cercare di dare un nostro senso al nostro vivere”. “L’umanità non è un frutto spontaneo, bisogna conquistarla giorno dopo giorno”

“La persona colta – ha spiegato il prof. Palmerio – è quella che ha imparato ad imparare”. E la lettura ci aiuta: “cambia il nostro modo di vedere la nostra anima, espande la nostra vita”. Ovviamente non tutto può essere di nostro interesse: “La nostra cultura funziona a cerchi concentrici. Il nucleo vero, quello centrale in genere è il nostro mestiere”. Poi man mano ci si allontana verso argomenti a noi di poco interesse.

Parlando di intelligenza Palmerio ha spiegato che “l’intelligenza non esiste alla nascita, è un modo di pensare, il risultato di una costruzione”: Fisicamente invece esiste il cervello, che per non farlo invecchiare bisogna esporlo “a nuovi apprendimenti e a nuovi stimoli”, perché “il cervello non deve andare mai in pensione”. Aggiungendo altri consigli per la terza età: scrivere la propria autobiografia, la storia della propria famiglia fa tornare alla nostra vera identità (Se ci sono episodi brutti anche quelli ci aiutano a crescere”); e poi coltivare la propria umanità; riscoprire la lentezza e il passo dell’uomo; coltivare qualsiasi interesse, perché “ogni età ha la sua dignità”.

In chiusura la presidente Giove ha ringraziato il prof. Palmerio per sua disponibilità, l'intero uditorio per la presenza. E per la loro collaborazione, l’Agenzia per la Promozione Culturale, la Provincia di Chieti, l’Amministrazione Comunale di Vasto, rappresentata in sala dal Presidente del Consiglio Giuseppe Forte.
NICOLA D'ADAMO

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