lunedì 8 febbraio 2016

Carnevale 2016:"La Storie" di Fernando D'Annunzio in piazza con i cantori di S. Antonio Abate

di Lino Spadaccini 

Domenica di Carnevale all’insegna della tradizione con il canto de "La Štorie".
Le domeniche di Carnevale con la piazza ricolma di gente sono ormai soltanto un lontano
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 ricordo: ieri pomeriggio, in assenza della festa o di qualsiasi altro tipo di animazione, erano davvero pochi i bambini vestiti in maschera che si sono visti in giro. Per fortuna c'è Fernando D'Annunzio e il gruppo dei cantori del Circolo Socio-Culturale "S.Antonio Abate", che ogni anno animano la piazza con il tradizionale canto de La Štorie, riproponendo in chiave ironica una sintesi dei principali avvenimenti dell’anno appena trascorso, partendo da quelli a livello mondiale e nazionale, fino a giungere a quelli prettamente locali, che strappano sorrisi e consensi.

Particolarmente apprezzati sono stati i versi dedicati alle rotatorie: ‘Na cosa bbone che štanne facènne: cacche semàfere štann’ assimanne. Li rutatòrie mo tande s’ aùse, ma chille di Lu Uašte jé curiùse... Mo la mode s’é cagnàte, n’addra forme j’hanne date: ni’ l’à disignàte Giotte, te’ la fôrme di lu “otte”. 

Dopo la prima esibizione all'interno della chiesa di S. Maria del Sabato Santo, al termine della S. Messa delle 11, il gruppo di cantori si è esibito nel pomeriggio in varie tappe tra piazza Rossetti e Palazzo d'Avalos e davanti alle telecamere di TRSP all'interno della chiesa di Sant'Antonio di Padova.
Un plauso particolare va rivolto all'autore, il poeta vastese Fernando D'Annunzio, il quale spinto dall'amico Carmine D’Ermilio, dal 1995 ha ripreso l’antica tradizione carnascialesca vastese. Complimenti anche al gruppo di musici e cantori del Circolo Socio-Culturale "S. Antonio Abate", che da ventidue anni onora questo impegno con tanta passione, con l’unico scopo di portare tra la gente un po' di sana allegria. Appuntamento all’anno prossimo per la ventitreesima edizione, con i versi di Fernando D'Annunzio: Da che “La Štorie”, li candàme nu’, di anne n’à passate vindidù; se pe’ tand’ anne séme cuntinuàte, vuol dire ca la ggènde n’ z’è štufàte. N’ z’é štufàte chi li sènde, chi li cande jé cundènde, pe’ n’addr’ anne, nu’ speriàme, n’addra Štorie vi purtàme.

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