Rilanciamo volentieri una breve nota sulle origini del Carnevale pubblicata su "La Notizia" organo di informazione dell'Università delle Tre Età di Vasto.
Il Carnevale ha origini molto antiche: dovremmo risalire addirittura alle
“Dionisiache” greche e ai
“Saturnali” romani per ricostruirne la storia e rintracciare le prime manifestazioni carnascialesche, anche
con
l’uso di maschere, che prevedevano
temporanee interruzioni degli
obblighi sociali per far posto a scherzi
d’ogni genere e momenti di dissolutezza ampiamente tollerati dalle autorità.
Con sorti alterne la ricorrenza del Carnevale si continuò a
festeggiare anche durante l’Alto ed il
Basso Medio Evo, ma solo all’inizio dell’era moderna, tra XV e XVI secolo, a
Firenze , i Medici cominciarono ad organizzare
grandi mascherate su carri
addobbati, i cosiddetti “Trionfi”,
con seguito di cori che intonavano canti carnascialeschi spesso scritti
addirittura dallo stesso Lorenzo il Magnifico (“…chi vuol esser lieto sia, di
doman non v’è certezza…”).
Nella Roma dei Papi rinascimentali durante il periodo di
Carnevale si svolgevano le corse dei
cavalli berberi (particolarmente
legato a questa tradizione fu il Papa Paolo II) e la famosa "gara
dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di
spegnersi reciprocamente.
La Chiesa cattolica ha tenuto conto di questa festa nel suo “Calendario Liturgico” e l’ha inserita
tra la “Domenica di Settuagesima” (la prima delle nove che precedono
la Settimana santa secondo il calendario gregoriano) ed il martedì precedente
il “Mercoledì
delle Ceneri” che segna l'inizio della Quaresima (per il corrente anno
2016: da domenica 24 gennaio a martedì 09 febbraio). Il momento culminante si
ha ovviamente dal giovedì grasso fino al
martedì, ultimo giorno di carnevale (Martedì Grasso).
Essendo legato alla Pasqua il Carnevale è una festa mobile, visto che la
Pasqua cattolica può cadere dal 22 marzo al 25 aprile.
Tantissime nel mondo sono le manifestazioni legate al Carnevale,
particolarmente sentito nei paesi a maggioranza cattolica, dal celeberrimo
Carnevale di Rio all’altrettanto famosissimo Carnevale di Venezia, ma sarebbe
troppo lungo fare l’elenco delle manifestazioni ed indicarne le
caratteristiche. Perciò mi limiterò a ricordare le tradizioni vastesi legate al
Carnevale.
La tradizione che è riuscita a
sopravvivere, senza interruzioni, è il canto de’ “Le Storie”, un lungo canto di
numerose strofe in dialetto vastese, eseguito da un coro di uomini accompagnati
da una fisarmonica, che ripercorre le vicende cittadine dell’anno con uno
sguardo anche agli eventi nazionali. Negli ultimi anni è il coro del Circolo
Socio-Culturale di Sant’Antonio Abate che, con indubbia bravura, si è fatto
carico di cantarle la sera di Martedì Grasso nel centro della città. I testi,
ricchi di informazioni e molto curati stilisticamente, da oltre venti anni vengono scritti dal poeta vastese Fernando
D’Annunzio.
Altre manifestazioni affascinanti, che i più anziani ricordano, si
sono perse negli anni, come la “Cavalleria”,
una sfilata in maschera per ricordare le invasioni turche, e poi il “Ballo
Muto”, molto caratteristico, che pur ha resistito fino ad una ventina
d’anni addietro. Stessa sorte ha avuto la “Sfilata dei Carri”, dedicata ai
bambini, iniziata nel lontano 1957 dall’allora parroco della Cattedrale don
Felice Piccirilli.
Erano tutte manifestazioni molto semplici e sentite dal popolo, che trovava in esse l’occasione per qualche
ora di allegria senza scendere in trivialità di alcuna natura che pur si
registrano in feste del genere.
La scomparsa di quelle iniziative e l’affievolirsi dell’appeal per questo appuntamento annuale ha favorito in
questi ultimi anni la crescita di un progressivo interesse, soprattutto tra i
giovani e giovanissimi, per una ricorrenza
del tutto estranea alla nostra storia e alla nostra cultura, la cosiddetta
festa di Halloween, celebrata la notte tra il 31 ottobre ed il 1
novembre. Francamente non se ne sentiva la necessità!
NICOLANGELO D’ADAMO
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