venerdì 5 febbraio 2016

Verso il Carnevale (5/5): dal 1995 grande satira con "La Storie" di Fernando D'Annunzio

Fernando D'Annunzio
di LINO SPADACCINI

Ultimo interprete de "La Štorie" di Carnevale è il poeta vastese Fernando D’Annunzio. Spinto dall’amico Carmine D’Ermilio, dal 1995 ha raccolto il testimone di quest'antica tradizione, riproponendo ogni anno, una sintesi dei principali avvenimenti dell’anno appena trascorso, partendo dai fatti internazionali e nazionali, fino a giungere a quelli locali, attingendo soprattutto dalla classe politica, che non manca mai ogni anno di fornire spunti interessanti, condito con po' di pepe per rendere il piatto più gradevole e saporito.
«Il canto della "Štorie" – ricorda il poeta vastese – è un canto tradizionale nato anticamente per dare l’occasione al popolo, allora “suddito”, di approfittare del Carnevale per prendersela, con versi più o meno garbati e spesso burleschi e satirici, con quelli che erano i "signori/padroni" che all’epoca comandavano. Ora che i
"signori/padroni" vecchio stampo non ci dovrebbero più essere, i bersagli della satira e delle burle diventano spesso i politici, specialmente quelli che al momento governano, indipendentemente dal loro colore politico, insomma... a ch’attocch’ attocche e chi  tè' la cote di pajje... se l’abbrusce. "La Štorie" – prosegue Fernando D’Annunzio – viene riscritta ogni anno e gli argomenti trattati sono scelti tra quelli di pubblico dominio, da quella che é la voce del popolo: critiche, lamentele, battute,... che si sentono ogni giorno e che riguardano fatti e personaggi che hanno dominato la scena, durante l’anno trascorso. Chi scrive, spesso deve anche provvedere ad addolcire le troppo colorite espressioni e le invettive che escono spontanee dalla bocca di gente sempre più scontenta e a volte esasperata».      
Il dialetto usato è volutamente scritto in modo da essere comprensibile anche ai lettori che non conoscono il vastese, pur mantenendo la possibilità di leggere le strofe con pronuncia e accenti tipici del dialetto prettamente vastese.
Con l’edizione 2016 sono ventidue le "Štorie" scritte da Fernando D’Annunzio. Nei testi proposti fino ad oggi, è possibile trovare uno spaccato del nostro Paese, dal terremoto provocato da Tangentopoli, alle dimissioni da magistrato di Antonio Di Pietro (E Di Pitre avè tanàte / Tutti chille ch'à rrubbàte, / ma 'rruvàte a li cucciulùne / à 'vuta da' li dimissiùne), da Bettino Craxi che dall'Italia se n'à scappàte, ai Presidenti del Consiglio che si sono avvicendati, dal Giubileo del 2000, all’introduzione dell’euro e ai tanti problemi che hanno afflitto l’Italia, senza tralasciare la politica internazionale, come l’attentato dell’11 settembre 2001 e la huerre all'Irakène.
Come ogni Štorie che si rispetti, non possono mancare i riferimenti alle vicende locali, dove la politica la fa da padrona, attraverso le amministrazioni Tagliente, Pietrocola e Lapenna. Tanti i problemi vecchi, tuttavia ancora molto attuali, come ad esempio la mancanza dell’acqua (E intande passe l'anne, / n' zi po' fa' manghe li panne, / li cazzette e li mutande / l'allavàme a "Acqualande"). Ma tra i gustosi ottonari prodotti dalla vena poetica di Fernando D’Annunzio possiamo trovare avvenimenti piccoli e grandi che hanno fatto un po' la storia della nostra città, come ad esempio la bufala delle famose scimmie che raccoglievano le olive (Pur' a la štampe hanne mess' a ddindenne ca quattre scìmmie la live jave cujjenne), oppure  la realizzazione del lungo tunnel ferroviario sotto la nostra città, un'opera che sembrava non trovare mai fine (Sott' a lu Uašte passe na cavùte / che fin' a mo ancòre s’è finùte, / cì'adà passà' lu trene, ma chi sa / se nnu' 'i li putém’ aricurdà); ed ancora, la riapertura de lu ciardìne a D’Avaloss', l’inaugurazione della Circonvallazione Istoniense (mo, da la "Prete" fin' a lu "Pianete", / è finalmende tutte 'na tiràte), la chiusura dell’Università  che Ere nu vante pe' chišta città, ma N' z'è sapùte com'è jùte… / N' z'è putùte o n' z'è vulùte… / ma 'na cose ch'ere bbone / oramàje s'è pirdùte.
Inevitabili i riferimenti al calcio, gioie e dolori di tanti sportivi, come nel 1996 quando, per colpa del Presidente Scoppellitti, la squadre di pallone s'è sfaciate, oppure al film girato a Vasto "Il posto dell’anima", con Michele Placido, Silvio Orlando e Paola Cortellesi, ed ancora i Palazzi Scolastici dipinti di colore celeste, la nomina di Bruno Forte a pastore della diocesi di Chieti-Vasto, la nomina vescovile di don Piero Santoro, il Parco della Costa Teatina che nasce la sere e more la matine, la pista ciclabile di Vasto Marina (abbass' a La Marìne, cošta cošte, / ci šta 'na bbella pište fatt' appòšte), fino ad arrivare alle ultime edizioni con le vittorie del centauro vastese Andrea Iannone, il restauro della statua di Gabriele Rossetti e l’esibizione delle Frecce tricolori (Ma che spettàchele… e quale onore… / a giugne, nghi li "Frecce Tricolori!" / Lu ciéle di Lu Uašte s'è 'ppicciàte, / Tutt' a huardà pidàrie séme štate.).
Oltre ai testi "ufficiali", esistono alcune strofe scritte per occasioni speciali, cantate una sola volta davanti ad alcune Associazioni oppure all'interno di particolari eventi. "La 'jjònde", così come li ha simpaticamente definiti l'autore, richiamano "l'aggiunta" che i fornai una volta usavano dare quando il pane non arrivava al giusto peso.
Ecco alcuni esempi:

La “'jjònde” per San Lorenzo

A cchištu cande mo ci šta la ‘jjònde
pe’ salutà tutte šta bbella ggende,
vulém’ aringrazià’ pe’ ll’accuglienze,
chišta cundràde di Sande Lurenze.
            A la fine di ‘štu cande
            vi dicéme grazie tande,
            v’ auguriàme bbene e amore
            pe’ n’addr’ e ccend’anne angòre.

La “'jjònde” per l’UNITALSI

A cchištu cande mo ci šta la ‘jjònde
pe’ salutà’ tutte ‘šta bbella ggende,
pe’ ddice bbrave a li vulundarie
di ‘št’Organizzazione umanitàrie.
            Tanda ggende ni’ li sa
            quand’ è bbelle a fa’ lu bbene,
            quand’ è bbelle lu surrise
            di chi soffre tanda pene.

La “'jjònde” per TRSP

A ‘šta canzone mo ci vo’ la ‘jjònde,
e apprufittàme mo che štem’ in ònde.
Vulém’ aringrazià’ chi šta ‘ ssindì’,
Do’ Štellerine e Tti’eRr’eSse’Ppi.
            E cchišta Televisione
            pozz’avé’ la bbinizzòne,
ammitàme tuttiquende
            a ‘jjutà’ chišt’ emittende.

Nel 2014, a dieci anni di distanza dalla prima pubblicazione, dal titolo Ogne anne 'na Štorie, Fernando D’Annunzio ha deciso di dare alle stampe l’intera raccolta di testi, che rappresentano un vero patrimonio per la città, per tutti i cultori delle tradizioni popolari vastesi e per gli appassionati della bella parlatura paesana. Un volume che racconta, con toni delicati e ironici, uno spaccato di vita quotidiana, quasi un ideale diario lungo vent’anni, dove il lettore viene accompagnato e invitato a riflettere sulle principali vicende che, nel bene o nel male, hanno segnato parte della propria vita. 
Il pregevole volume curato dall'autore, con la collaborazione di Pasquale Spadaccini e Beniamino Fiore, edito da Il Torcoliere di Vasto, oltre a raccogliere le venti Štorie dal 1995 al 2014, comprende una ricca documentazione storica e fotografica sul "Carnevale nell'antica tradizione vastese".
Al termine di questo viaggio alla ri-scoperta di storie e personaggi che nel tempo hanno animato questa bella tradizione carnascialesca vastese, non ci resta che invitarvi domani a gustare le venti strofe dell'edizione 2016, mentre all'autore, l'amico Fernando D'Annunzio, oltre ai doverosi ringraziamenti, rivolgiamo l'invito a continuare a scrivere Štorie ancora per tanti anni, perché come egli stesso ha scritto nella prima edizione Nin z' adà mannà' 'n pinzione chišta bbella tradizione.
Buon Carnevale a tutti!


Lino Spadaccini









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