venerdì 29 aprile 2016

Referendum di ottobre: tante le polemiche, ma "io voto sì"

LA FURIA ICONOCLASTA

di Nicolangelo D'Adamo

Qualche mattina addietro, scambiando qualche riflessione con un amico di vecchia data, mi sono sentito investire da una gragnuola di rimproveri per un presunto “Renzismo” che, pur non offendendomi, mi trasformava in una sorta di tifoso, cieco e sodo, dell’eroe di turno. Ho provato ad osservare, timidamente, che il prossimo ottobre voterò “Si” al referendum confermativo del pacchetto di riforme istituzionali perchè, se da un lato, rappresenterà il riconoscimento popolare della leadership di Matteo Renzi, dall’altro comporterà una riforma radicale della seconda parte della Costituzione da troppo tempo attesa, ovvero il superamento del bicameralismo perfetto che se si giustificava nel 1947, a qualche anno dalla fine del Fascismo, oggi appare anacronistico e di mero impaccio all’attività del Legislativo. Non ho finito di esprimere questa semplice riflessione che il mio interlocutore, con tono alterato, esclamò: “Ma non hai capito che si tratta di un uomo pericoloso: prima la riforma elettorale per scegliersi la maggioranza, poi il premio di maggioranza, il risultato sarà che il capo del Potere Esecutivo, sarà anche il capo del Potere Legislativo. E tutto questo voluto da un Capo del Governo neppure eletto dagli italiani”. Inutile osservare che l’attuale governo ha avuto innumerevoli “fiducie” dal Parlamento, che quindi l’hanno legittimato ripetutamente, inutile ricordargli che la nostra Costituzione non prevede che il Capo del Governo sia necessariamente un parlamentare. L’invito a “resistere” contro l’usurpatore si faceva via via più pressante: “Quel referendum deve essere l’occasione per mandarlo a casa!”. Di nuovo ho provato a ricordare che questo Paese ha bisogno di riforme di sistema per diventare più efficiente e moderno, anzi per diventare più europeo. Ho azzardato ad osservare che sono stati sbugiardati coloro che accusavano Renzi di promettere e non mantenere perché La riforma costituzionale, la legge elettorale, l’abolizione dell’Imu e Tasi prima casa, Irap sul costo del lavoro, riforma del lavoro, PA., riforma della scuola, ripristino del falso in bilancio abrogato da Berlusconi ecc. rappresentano una serie impressionante di riforme in soli due anni. Niente da fare: dissenso completo e solenne promessa: “Per ottobre farò una campagna a tappeto per il “No” con la forza e la determinazione di quando ero giovane!”. In effetti in gioventù aveva militato a lungo in un partito politico.

Ho raccontato questo imprevisto scontro ad alta voce con un vecchio amico (a cui continuerò a voler bene, naturalmente!), perché mi è apparso paradigmatico dell’atteggiamento di una parte dell’opinione pubblica fortemente condizionata dalla violenta battaglia parlamentare che ha accompagnato le scelte dell’attuale governo; il ritornello è sempre identico: non importa quali scelte ha fatto il governo, importa il pericolo di una dittatura! Timore largamente infondato ovviamente: sono tali e tanti gli anticorpi di cui dispone la nostra democrazia che una leadership forte, magari un cancellierato non dovrebbe far paura a nessuno. Va invece ribadito con chiarezza che quelle scelte si possono accettare o contestare, però sono il segno caratteristico di un governo che, nato per “fare”, non si mai allontanato dalla ragione della propria esistenza. Anzi con lucida determinazione ha deciso di sottoporre al giudizio popolare le proprie riforme e a quel giudizio ha legato anche la propria esistenza. Tutto qui: non ci sono spettri né spectre.



NICOLANGELO D’ADAMO

2 commenti:

Antonio d'Annibale ha detto...

Condivido tutto quanto hai espresso con chiarezza, assieme alla considerazione che purtroppo la paura fa brutti scherzi, e sono in tanti ad aver paura di un governo che voglia governare per davvero! giustificandolo con la paura di una dittatura!

Albino Galuppini ha detto...

La Casa Bianca si appresta a manipolare il referendum in Italia?

https://pianetax.wordpress.com/2016/06/02/la-casa-bianca-si-appresta-a-manipolare-il-referendum-in-italia/